Il figlio di Beppe Grillo, Ciro, nei guai.
La Procura della Repubblica di Tempio Pausania è infatti pronta a chiedere il rinvio a giudizio per il giovane che insieme ad altri tre amici sono indagati per violenza sessuale. I quattro infatti sono accusati di aver violentato una studentessa, il 16 luglio di due anni fa, nella villa del comico e fondatore del Movimento 5 Stelle in Costa Smeralda. I quattro sono stati ascoltati lo scorso giovedì ad avvenuta chiusura indagini dal procuratore Gregorio Capasso e dalla sostituta Laura Bassani. Tanto Ciro Grillo quanto gli amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria hanno respinto ogni accusa.
La difesa del figlio di Grillo davanti agli investigatori
Nessun commento hanno voluto rilasciare al termine dell’interrogatorio gli avvocati dei quattro indagati anche se qualche indiscrezione di quello che è successo durante l’interrogatorio, sarebbe stato richiesto dallo stesso legale di Ciro Grillo, è stato duro e difficile ed è terminato solo a tarda sera. Il figlio del comico avrebbe tra l’altro più volte ripetuto: “Non c’è stata violenza sessuale, ma sesso consenziente”. Sarebbero però stati precisati anche alcuni dettagli della vicenda, comprese le circostanze di alcune foto scattate all’amica della giovane che ha denunciato la presunta violenza da parte dei quattro ragazzi, mentre l’altra ragazza dormiva. Dalla procura nulla trapela anche se si sarebbe intenzionati a chiedere il rinvio a giudizio per i quattro ragazzi perché secondo i magistrati non fu “sesso consenziente”.
L’accusa della ragazza: “Mi hanno fatto bere vodka e violentata”
Un rinvio a giudizio che avrebbe anche lo scopo di rendere chiara una vicenda che ha ancora tanti punti oscuri. Infatti la ragazza, assistita da Giulia Bongiorno, ha sempre sostenuto di essere stata violentata. Alcuni quotidiani in edicola oggi e che avrebbero avuto accesso ad alcuni stralci dell’atto di accusa della procura hanno svelato che la ragazza sarebbe stata afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo dai quattro giovani che quindi avrebbero approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica di quel momento. Da chiarire naturalmente pure la testimonianza di Parvin Tadjik, madre di Ciro. La sera dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza, ma agli inquirenti ha detto di non essersi accorta di niente. Un’attività d’indagine lunghissima per ricostruire cosa è effettivamente accaduto la sera del 16 luglio 2019 in quella villa della Costa Smeralda, ma resta ancora il mistero e le posizioni contrastanti che forse solo il processo potrà davvero chiarire.