Perseguitato dai terribili ricordi delle torture che gli venivano inflitte dai suoi carcerieri di Guantanamo.
E’ la storia di Mohamedou Slahi, oggi 50enne e ancora tormentato da terribili incubi. L’uomo, incarcerato senza alcun motivo, è stato liberato sei anni fa dalla famigerata prigione militare americana, dove è rimasto per 15 anni.
Un calvario fatto di percosse e abusi sessuali, raccontato in un nuovo film, The Mauritanian, diretto da Kevin Macdonald e con attori del calibro di Tahar Rahim, Benedict Cumberbatch e Jodie Foster.
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Nonostante la profonda crudeltà dei suoi torturatori, Mohamedou non riesce ad odiarli. Da quando ha lasciato Guantanamo, cinque anni fa, ha stretto amicizia con uno dei suoi ex rapitori, Steve Wood, che gli ha fatto visita a casa sua, in Africa occidentale, ed è addirittura diventato il padrino di suo figlio Ahmed. E non è tutto, perché Steve ha chiesto a Mohamedou di diventare il padrino di sua figlia.
“La prima volta che è venuto a trovarmi, mio nipote, che aveva cinque anni, mi ha chiesto perché lasciavo entrare in casa la mia ex guardia – racconta Mohamedou al Mirror – Gli ho detto che era una buona guardia, ma mi ha risposto, ‘ma aveva le chiavi, perché non ti ha liberato?’. Non ho saputo rispondergli”.
“Molti mi hanno chiesto perdono per gli abusi”
“Ma dopo che è venuto a trovarmi, Steve ha giocato a calcio con lui e si sono voluti subito bene”, ha poi aggiunto la vittima degli abusi. Mohamedou ha inoltre precisato che altre quattro guardie – due delle quali “hanno partecipato pesantemente” alla sua tortura – ora sono suoi amici su Facebook.
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Mohamedou vorrebbe fare amicizia con tutti, compreso il famigerato “Mr X”, che lo teneva sveglio tutte le notti con musica heavy metal a tutto volume.
“Molte persone che mi hanno contattato mi hanno chiesto perdono – conclude – Hanno sentito parlare della mia amicizia con Steve, uno dei loro compagni di guardia, e penso che questo li abbia incoraggiati a mettersi in contatto con me”.