Un team di scienziati statunitensi hanno coltivato delle cellule embrionali umane all’interno di cellule embrionali di scimmia, questo esperimento è stato svolto per comprendere meglio come le cellule si sviluppino e entrino in comunicazione tra di loro.
Ma nel Regno Unito diversi esperti in materia hanno sollevato obiezioni in merito a questo tipo di esperimento, sollevando delle preoccupazioni per quanto riguarda gli aspetti etici e legali, inoltre gli esperti britannici hanno sottolineato come questo “apre un vaso di Pandora a chimere umane-non umane“.
Gli esperti hanno richiesto quindi una discussione pubblica sulle varie sfide sia etiche sia normative legate alle chimere uomo-animale, che sarebbero degli organismi dove le cellule provengono da due o più individui.
Il team di ricercatori americani, presso il Salk Institute in California, hanno dato vita a quelle che sono note come chimere umano-scimmie, attraverso l’uso di cellule staminali umane trapiantate in cellule embrionali di macaco nelle capsule di Petri. La scelta delle cellule staminali umane è stata effettuata in quanto questa tipologia di cellule ha la capacità di svilupparsi in molti tipi diversi di cellule.
Juan Carlos Belmonte: “Questi esperimenti possono aiutarci a capire di più sulle fasi della vita umana”
In merito a questo esperimento il team di scienziati, guidati dal professor Juan Carlos Belmonte, hanno dichiarato che questo potrebbe in futuro aiutare nella carenza di organi trapiantabili e a capire molto di più per quanto riguarda lo sviluppo umano precoce, ma anche relativamente allo sviluppo di malattie e sull’invecchiamento.
Il professor Belmonte ha dichiarato che questi esperimenti chimerici potrebbero aiutare nello “sviluppo della ricerca biomedica, non solamente nelle prime fasi della vita umana, ma anche nella fase finale della stessa“.
Il professor Belmonte non è nuovo a questi esperimenti, infatti nel 2017 si è reso protagonista della creazione del primo ibrido umano-maiale, dove delle cellule umane sono state incorporate all’interno di un tessuto di maiale. L’esperimento però ha dato esito negativo in quanto c’è stata una scarsa risposta molecolare in tale ambiente.
A questo punto il team del professor Belmonte ha cominciato a indagare sulle chimere create in laboratorio, rivolgendo la propria attenzione alla specie a noi più vicina, ovvero i macachi.