Un paio di dosi di un farmaco psichedelico possono trattare la depressione allo stesso livello di uno degli antidepressivi più comuni.
E’ quanto emerge da un breve studio clinico di fase 2, condotto da alcuni ricercatori a Londra e pubblicato nella giornata di mercoledì sul New England Journal of Medicine.
Si tratta del primo studio che mette a confronto dosi terapeutiche di psilocibina – il composto psichedelico che si trova nei cosiddetti “funghi magici” – con un farmaco utilizzato quotidianamente.
“Lo studio sta dimostrando che la psilocibina è almeno altrettanto efficace – e probabilmente migliore – del trattamento ‘gold standard’ per la depressione”, ha detto Roland Griffiths, direttore del Center for Psychedelic and Consciousness Research presso la Johns Hopkins University.
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La ricerca su come le sostanze psichedeliche possono essere utilizzate per trattare le condizioni di salute mentale è ancora nelle sue fasi iniziali e saranno necessari molti approfondimenti per determinare se le sostanze psichedeliche, inclusa la psilocibina, possano essere davvero considerate un trattamento efficace a lungo termine.
Inoltre, non è ancora chiaro come verrebbero utilizzati i trattamenti che coinvolgono sostanze psichedeliche, poiché i pazienti necessiterebbero di essere monitorati per ore una volta somministrato il farmaco, come riporta anche NBC News.
La psilocibina efficace (almeno) come gli antidepressivi comuni
Il piccolo studio, durato sei settimane, ha visto protagonisti 59 adulti, quasi il 40% dei quali aveva assunto farmaci per curare la depressione prima di essere sottoposti all’indagine. Trenta partecipanti hanno ricevuto due dosi da 25 mg di psilocibina a tre settimane di distanza, assieme a sei settimane di una pillola placebo giornaliera.
Ai restanti 29 è stata somministrata la psilocibina durante due visite, sebbene in una quantità così piccola da suscitare solo un effetto placebo. Il secondo gruppo ha inoltre assunto una dose giornaliera di escitalopram – la versione generica dell’antidepressivo Lexapro – un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, o SSRI.
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Al termine dello studio, tramite due questionari compilati dai partecipanti e due valutazioni effettuate dai medici, si è giunti ai risultati, che mostravano come le persone che hanno assunto psilocibina hanno riportato un miglioramento maggiore dei sintomi depressivi rispetto a quelle che hanno assunto Lexapro.
Primi risultati incoraggianti, ma servono approfondimenti
I risultati del questionario QIDS-SR-16 hanno invece mostrato che la psilocibina era efficace quanto l’escitalopram.
“Siamo rimasti onestamente sorpresi dal fatto che la psilocibina si sia comportata così bene”, ha detto il ricercatore principale Robin Carhart-Harris, capo del Centro per la ricerca psichedelica dell’Imperial College di Londra.
Chiaramente si tratta ancora di uno studio embrionale, che presenta anche dei limiti, come evidenziato da alcuni esperti. Tuttavia, l’idea che le droghe psichedeliche possano essere utilizzate in contesti clinici per curare la depressione comincia a prendere forma.