Il mondo del cinema ha perso nelle scorse ore un altro dei suoi grandi protagonisti: morto il regista Richard Rush.
Si è spento a 92 anni il regista Richard Rush. Il mondo del cinema perde un altro dei suoi protagonisti, uno che da dietro le quinte delle grosse produzioni hollywoodiane ha dato vita a film che sono diventati dei veri e propri cult e dato avvio anche ad alcuni generi prima inesplorati. Giunto al successo negli anni ’70 con il film ‘L’impossibilità di essere normale’ e attenzionato dalla critica americana per ‘Professione Pericolosa‘ (film che ricevette ben 4 nomination agli Oscar), Rush è stato sempre uno spirito libero, un artista che non si volle piegare alle rigide regole delle major americane e che per questo ha concluso la sua carriera prima del tempo.
Il suo debutto nelle sale risale ai primi anni sessanta, quando appare a fianco dell’amico Jack Nicholson in ‘Too Soon to Lov’e, film che in Italia non ha mai visto la luce. Qualche anno più tardi giunge il controverso ‘Amore e Desiderio’, la storia di una ninfomane divisa tra due fratelli. Il primo film che giunge anche in Italia è ‘Thunder Alley’, del 1997, ma quello che lo fa conoscere al grande pubblico è ‘Hell’s Angels on the Wheels‘. Un film che inizialmente non avrebbe voluto girare, ma dal quale ha dato vita ad una saga dedicata ai motociclisti e alla loro vita su strada.
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Richard Rush, il successo e la lotta con le Major
Nel 1970 quando passa dalle produzioni minori a quelle a grosso budget girando ‘L’Impossibilità di essere normale’, film che diventa un cult e che ottiene un successo planetario. Tratto da un romanzo di successo, la pellicola racconta della rivoluzione culturale del ’68, incentrandosi sul desiderio di cambiamento nato nelle Università americane e sospinto dal dramma della guerra in Vietnam. L’anno dopo gli viene affidato il film ‘Stuntman’, progetto per cui era in lizza anche Truffeau, ma i contrasti con le major e la sua minuziosità nel lavoro lo porteranno ad impiegare 10 anni per finirlo.
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Passeranno altri 14 anni prima di vedere un altro suo lavoro. Il canto del cigno della carriera registica di Rush è stato il film ‘Il colore della notte’ con protagonisti Bruce Willis e Jane Marsh. Il regista si scontrò duramente contro la produzione che impose la sua visione sulla pellicola, chiedendogli di spingere sulla trama erotica contro la sua volontà.