Un gruppo di 40 ex stelle del rugby ha cominciato a mostrare sintomi di disturbi cerebrali.
Stando a quanto riportato anche dal Mirror, la patologia che ha colpito gli ex atleti – tutti sotto i 55 anni – sarebbe dovuta alle commozioni cerebrali e alle varie lesioni alla testa subite durante la loro carriera.
Molti di loro hanno infatti giocato nella Super League, il massimo campionato europeo di rugby a 13, e sono intenzionati a citare in giudizio l’organo di governo della Rugby Football League per negligenza.
“Si spera che un effetto collaterale sia rendere la questione di dominio pubblico e costringere questi sport a diventare più sicuri”, ha detto al Mirror l’avvocato Richard Boardman.
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Le star del football americano sono state le prime a fare causa all’organo di governo del loro sport nel 2011, sostenendo che la NFL avesse nascosto per lungo tempo tutto ciò che sapeva sui legami tra commozioni cerebrali e lesioni cerebrali. Nel 2013 venne stipulato un accordo del valore di oltre 555 milioni di sterline.
Dal prossimo anno in Inghilterra meno colpi di testa negli allenamenti
La prima azione britannica è stata lanciata lo scorso dicembre da giocatori di rugby che hanno sofferto di problemi cerebrali a causa di ripetuti colpi alla testa. L’ex star dei Leeds Rhynos, John Atkinson, è morto nel 2017, all’età di 71 anni, dopo aver combattuto a lungo con l’Alzheimer. Il capitano del club, Stevie Ward, si è ritirato all’età di 27 anni lo scorso gennaio a causa di una commozione cerebrale.
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Il Mirror ha trattato la questione, sottolineando il problema della demenza nello sport e ricordando la malattia che ha colpito la Nazionale inglese di calcio, vincitrice della Coppa del Mondo 1966.
Una recente indagine denominata “Tackle Football’s Dementia Scandal” ha messo in evidenza come la probabilità di morte per Alzheimer sia cinque volte più probabile per gli ex calciatori. Anche per questo, in Inghilterra è stato deciso di limitare i colpi di testa negli allenamenti a partire dalla prossima stagione.