Il 10 aprile è la giornata mondiale dell’omeopatia: scopriamo perché il mondo della scienza è in contrasto con questa terapia.
Domani, 10 aprile 2021, è la giornata mondiale dell’omeopatia. Si tratta di una ricorrenza legata al giorno di nascita di Samuel Hahnemann (nato nel 1775), considerato come il fondatore della medicina omeopatica. L’istituzione di una giornata mondiale dell’omeopatia è quello di offrire check up gratuiti a tutti i cittadini, ma anche quello di informarli sull’importanza della prevenzione e di uno stile di vita salutare. Infine quello di metterli a conoscenza di soluzioni di cura che supportano le funzioni fisiologiche di difesa dell’organismo.
Tale metodo di cura complementare è molto popolare nel mondo. In Italia sarebbero addirittura 11 milioni le persone che hanno preferito sottoporsi ai metodi di cura complementari invece di quelli tradizionali. Tuttavia è necessario sottolineare come i trattamenti omeopatici non presentano alcuna prova empirica della loro efficacia. Negli studi portati avanti negli anni, infatti, non sono mai stati ottenuti dei risultati che confermassero i benefici ottenuti da queste cure. Proprio la mancata sussistenza di prove ha portato prima l’Oms e poi l’Iss a prendere le distanze dal metodo omeopatico e ad impedire che venisse applicato per la cura di malattie gravi.
Nel 2009 l’organizzazione mondiale della sanità ha apertamente e ufficialmente preso le distanze dalle cure omeopatiche. Tale presa di posizione si è basata sui risultati di un indagine composta da 200 studi su 70 situazioni patologiche di vario tipo ed entità. Da questi è emerso infatti che “L’omeopatia non ha più effetto del placebo”. Il placebo è una sostanza innocua o un intervento non farmacologico che non viene utilizzato in una terapia. Lo si utilizza nelle sperimentazioni in alternanza con un trattamento attivo del quale non si conoscono risultati, efficacia e sicurezza.
Insomma il farmaco omeopatico non ha più effetto di quello placebo, il quale può effettivamente avere un effetto positivo nel paziente con un condizionamento emotivo che lo fa sentire meglio. Tale condizionamento, però, non ha alcuna efficacia per la cure delle malattie gravi, motivo per cui l’Oms ha chiarito che l’omeopatia non è una cura e non deve essere utilizzata come terapia sostitutiva di un trattamento tradizionale.
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