Vendeva documenti riservati, arrestato militare italiano accusato di spionaggio: cosa rischia?

Un militare della Marina italiana è stato tratto in arresto dal Ros dopo che questo era stato fermato dalla polizia russa a seguito di un incontro clandestino tra l’ufficiale e un altro ufficiale russo. Nell’incontro tra i due, il militare italiano avrebbe consegnato della documentazione classificata in cambio di denaro. I due sono stati fermati dalla polizia russa e ora entrambi rischiano l’accusa di spionaggio e gravi reati alla sicurezza dello Stato. 

La Farnesina ha subito reso noto che il Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni ha convocato presso il Ministero degli Esteri questa mattina l’ambasciatore della Federazione russa Sergey Razov.

Anche per quanto riguarda l’ambasciata russa, anche questa ha confermato il fermo dell’ufficiale italiano. Nella nota diramata dall’ambasciata si legge che in data 30 marzo è avvenuto il fermo di un funzionario dell’ufficio dell’Addetto Militare.

Entrambe le ambasciate ovviamente si augurano che questo incidente non abbia delle conseguenze spiacevoli sui rapporti bilaterali tra Russia e Italia.

La situazione non è stata commentata in sé da nessuna delle due parti, in quanto si è ritenuto inopportuno commentare il fatto accaduto, oltre a riportare il semplice dato di fatto.

Il militare italiano ora rischia un minimo di 15 anni di reclusione

Secondo il Codice Penale italiano lo spionaggio è punito severamente, si legge infatti nell’articolo 257: “Chiunque si procura, a scopo di spionaggio politico o militare, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni“.

Secondo lo stesso articolo in taluni casi è possibile applicare l’ergastolo, ma questo non rientra nel caso specifico del militare italiano, infatti l’ergastolo si applica solamente qualora il fatto commesso sia nell’interesse di uno Stato in guerra con l’Italia, oppure qualora il fatto comprometta la preparazione o l’operazione bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari.

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