Nulla sfugge a questa improvvisa brama di espiazione e redenzione collettiva che si scaglia contro il ‘fardello’ della storia. Dopo il cinema, la letteratura, l’arte, l’ultimo prodotto culturale ad essere finito sul banco degli imputati è la musica. L’università di Oxford, il nome più prestigioso tra altre istituzioni concordi, vorrebbe diminuire il tempo dedicato ai grandi maestri della musica occidentali, come Mozart e Beethoven.
Mozart, Beethoven e spartiti troppo “colonialisti”
La decisione non segue né un giudizio artistico né estetico, ma segue la moda di un politically correct che da rispetto si sta evolvendo sempre più in censura. I professori dell’università stanno lavorando al nuovo anno accademico e promettono modifiche importanti del programma e del modo di tenere la lezione. Se Mozart e Beethoven sono rappresentati di una musica ‘colonialista’, lo spartito musicale in sé, in quanto dimostrazione dell’ampio ricorso alla scrittura tipica del mondo occidentale, sono ‘esclusivi’ e troppo autoreferenziali in quanto, appunto, storicamente appannaggio esclusivo dei colonialisti.
Ispirata dell’eco mediatica del movimento di Black Lives Matter, l’esigenza della Gran Bretagna, ex potenza coloniale, è oggi quella di dare un segnale d’inclusività, di lanciare un messaggio di rispetto per la diversità. Se il fine è nobile, i mezzi sono quantomeno discutibili, per non dire inappropriati: non è dato sapere in che misura una revisione storica arbitraria di ciò che è stato e non si può cambiare sia più utile di politiche attive e volte al presente per raggiungere tale inclusività, come non è dato sapere perché insegnare l’‘identità’ occidentale in occidente debba significare una critica per l’alterità.
Gli altri esempi di censura, dalla divina commedia a Dragon Ball
Il caso di Oxford è un’esasperazione di un atteggiamento però sempre più diffuso e che, ciecamente, non risparmia nulla e che supera la Brexit.
Belgio e Olanda sono impegnate in un’opera di revisione della ‘Divina Commedia’ che possa non urtare la sensibilità islamica, dato che Dante condanna Maometto ad essere fatto a pezzi da un diavolo, in quanto disseminatore di discordie.
HBO si è scusata per la distribuzione odierna di ‘Via col vento‘ per la rappresentazione che dava dei neri e ‘Friends‘, perché è “troppo bianco”.
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Dragon Ball, pietra miliare dell’animazione nipponica, secondo l’emittente televisiva spagnola ‘À Punt’ è troppo sessista.
In America dopo aver abbattuto le statue di Abramo Lincoln e George Washington, si pensa di censurare i classici greci e romani per gli istituti superiori.
L’Odissea è l’apologia dei “machismo tossico”, della schiavitù del bellicismo.
Bisognerebbe chiedere a Derek Chauvin se l’abbia mai letta.
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