Per la prima volta è stato testato sull’uomo un vaccino di nuova produzione per i tumori del cervello. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature da un gruppo di scienziati che è stato coordinato dal Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro, ovvero il DKFZ.
Questo nuovo vaccino permette l’azione sul sistema immunitario andando a colpire le cellule malate, al cui interno presentano una proteina mutata. L’azione di questa tipologia di vaccino sarebbe propria quella di riconoscere le cellule con la presenza di questa proteina e attaccarle. Finora questo vaccino è stato provato su 33 pazienti con gliomi al cervello di difficile asportazione. Grazie all’azione del vaccino si è notato un aumento della reazione immunitaria del 93%, un dato senza dubbio positivo.
I ricercatori che hanno messo a punto questo vaccino si sono concentrati sullo sviluppo di un prodotto che combattesse la mutazione genetica della proteina IDH1, questa mutazione avviene nel 70% dei casi di tumore maligno al cervello. Gli scienziati hanno creato quindi una specie di “neo-epitopo”, in altre parole un bersaglio molecolare che viene riconosciuto proprio dal nostro sistema immunitario.
Il ricercatore Michael Platten del Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro, ha spiegato che “il vaccino agisce contro la proteina mutata e questo ci consente di aggredire il problema alla sua radice”. Inoltre un elemento molto importante è il fatto che il vaccino, unito alla terapia più tradizionale di cura dei tumori al cervello, non ha prodotto alcun effetto collaterale grave, invece la risposta immunitaria è stata addirittura del 93%, questo a prescindere dal carattere genetico del paziente.
Il tasso di sopravvivenza dopo 3 anni è dell’84%
Gli studi che sono stati condotti sui 33 pazienti hanno dimostrato che questo tipo di trattamento nell’arco di 3 anni ha un tasso di sopravvivenza per il paziente dell’84%. Mentre il tumore al cervello è stato bloccato nell’82% dei casi dopo il trattamento con questo nuovo vaccino unito alle cure tradizionali.
Ovviamente i ricercatori hanno sottolineato il fatto che è piuttosto premature trarre delle conclusioni, questo per il fatto che non è ancora stato fatto un confronto con un placebo. Questo però non esclude che si tratti di un risultato davvero molto importante e che contribuisce sicuramente alla continuazione della ricerca combinando il vaccino e i vari farmaci di carattere immunoterapico.