Ospiti della puntata odierna di ‘Storie Italiane’, Valerio Scanu e Nicola Di Bari hanno parlato inevitabilmente di Covid, in presenza del professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
Inevitabilmente perché – pur appartenendo a due generazioni molto distanti tra loro (sono separati da 50 anni: Scanu è nato nel 1990 mentre Michele Scommegna aka Nicola Di Bari nel 1940) – le loro storie personali hanno subito l’influsso del maledetto coronavirus.
Ma andiamo con ordine.
Valerio Scanu lo scorso 24 dicembre ha perso il padre a causa del covid.
Tonino Scanu, dipendente comunale 64enne di La Maddalena, è stato ricoverato per un mese e mezzo al Mater Olbia, per poi spirare alla vigilia di Natale.
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Un grande lutto di cui Scanu ha ripercorso l’evoluzione, a partire dalle prime febbriciattole prese sotto gamba dal genitore:
“Poi finalmente si è controllato la saturazione, forse lui un pochino ha sottovalutato la situazione. Aveva la saturazione a 84. E’ stato portato subito in ospedale. Gli hanno messo la cpap e sembrava stesse migliorando, addirittura ci mandava le foto, anche sdrammatizzando. Poi a un certo punto lo hanno trasportato in un ospedale specializzato covid, in subintensiva e lì l’hanno subito trasferito in terapia intensiva e dopo 4 giorni è stato intubato ed è rimasto intubato circa 24 giorni”.
Una drammatica testimonianza che sottolinea quanto sia importante non sottovalutare questo dannato virus.
Per quanto riguarda Nicola Di Bari, nei giorni passati si è parlato di lui e della necessità che venga vaccinato giacché – come raccontato al Corriere – si è dovuto sottoporre a delicati interventi: “Sono rimasto fra la vita e la morte in terapia intensiva per parecchie settimane. Inoltre la paura del contagio nelle mie condizioni mi dava ansia. Due interventi riuscitissimi. Ma, anche per colpa dell’età avanzata, la ripresa è stata lenta e faticosa. Adesso sto bene”.
E quindi, dovrebbe essere per lui prioritario essere vaccinato:
“Voglio essere vaccinato. Subito. Sono un ultraottantenne che ha subito due interventi al San Raffaele. E nessuno si è fatto vivo per il vaccino. È assurdo. Sono guarito. E per ora l’ho scampato il virus. Ma dalla regione Lombardia non ho ricevuto alcuna comunicazione”.
E l’attacco alla Regione Lombardia è diventato un attacco alla classe politica in generale, davanti alle telecamere di ‘Storie Italiane’: “Stiamo aspettando di essere vaccinati perché è passato troppo tempo inutilmente. Voglio fare un appello ai partiti politici del nostro paese: la smettano di farsi guerra per i loro interessi ma pensino al popolo italiano, quelli che li hanno eletti e mandati al Governo”.
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