Recenti studi presentati in un libro dalla dottoressa Shanna Swan dimostrano la correlazione tra l’inquinamento e la riduzione del pene.
L’inquinamento prodotto da industrie e esseri umani ha effetti dannosi sul nostro pianeta sugli habitat animali, sulla vegetazione e sul clima. Ovviamente è già noto che l’inquinamento incrementa il rischio di contrarre malattie di vario genere tra cui quelle polmonari, recentemente è emerso come l’eccessivo inquinamento dell’aria e dell’ambiente ha effetti anche sulle dimensioni del membro maschile, sulla conta degli spermatozoi nello sperma, sulla disfunzione erettile e sul calo del desiderio sessuale.
I risultati di diversi studi che illustrano queste problematiche sono stati recentemente presentati in un libro dalla dottoressa Shanna Swan, una delle maggiori esperte mondiali di epidemiologia riproduttiva e ambientale. Secondo la sua teoria, suffragata dagli studi di alcuni colleghi (lei stessa è coautrice di uno studio che dimostra la correlazione tra inquinamento e calo della conta spermatozioica), la causa di queste problematiche è legata al rilascio nell’aria e nell’ambiente di ftalati, particelle di composti chimici prodotti nell’industria della plastica.
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Per quanto riguarda la riduzione delle dimensioni del membro maschile, la dottoressa Swan ritiene che sia causa dell’assunzione tramite latte o altri cibi di tali ftalati da parte del feto nei primi tre mesi di gravidanza. L’assunzione di questi prodotti di scarto dell’industria comporterebbe dunque l’avvicinamento dei genitali all’ano. Nel libro si legge: “I bimbi entrano in questo mondo già contaminati dai prodotti chimici, a causa delle sostanze che assorbono quando si trovano nel ventre materno”.
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Spiegando poi i risultati ottenuti dagli studi sulla correlazione tra inquinamento e riduzione delle dimensioni del pene in un’intervista concessa a The Intercept, la dottoressa dice che l’inquinamento è causa della minore distanza anogenitale: “Nessuno ama quella parola dunque potete usare perineo o scroto se preferite. In ogni caso si tratta della distanza tra l’ano e l’inizio dei genitali”.
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