Captain Phillips – Attacco in mare aperto, film del 2013 diretto da Paul Greengrass con Tom Hanks protagonista assoluto (nel ruolo del comandate Richard Phillips), è un film che ha ottenuto decine di nomination tra Oscar et similia e che si basa su una drammatica vicenda realmente accaduta nel 2009.
Sono tante le discrepanze tra la realtà dei fatti (per altro mai emersa pienamente) e il film, secondo alcuni troppo apologetico, e per questo ci limiteremo a riportare la vera vicenda del dirottamento della Maersk Alabama (primo dirottamento di una nave da carico statunitense in 200 anni di storia navale).
La vicenda del dirottamento della Maerks Alabama, alla base di Captain Phillips – Attacco in mare aperto
E’ l’8 aprile 2009, il cargo danese Alabama battente bandiera americana sta navigando al largo della costa orientale dell’Africa diretto verso Mumbasa, in Kenya, quando – a circa 240 miglia dalla costa della Somalia – un gruppo di 4 pirati somali armati di AK-47 a bordo di un motoscafo abbordano la nave.
I pirati sequestrano il comandante (Richard Phillips) intenzionati a portarlo in Somalia per poi chiedere un riscatto da 10 milioni di dollari, mentre dal canto loro i membri dell’equipaggio – nascostisi nella sala macchine – catturano uno dei quattro pirati.
I due gruppi trattano per uno scambio di prigionieri ma i pirati vengono meno all’accordo e trattengono con sé il comandante, caricato su una lancia di salvataggio.
Il 9 aprile, quindi, i Marines si mettono in azione per liberare il comandante: un cacciatorpediniere statunitense assieme alla fregata USS Halyburton ed alla portaelicotteri USS Boxer, raggiunge il Maersk Alabama, per intervenire ivi necessario.
Il 10 aprile il comandante Phillips cerca di fuggire dalla lancia di salvataggio, invano, facendo salire la tensione al massimo.
Il 12 aprile, quindi, dopo quattro giorni di negoziazioni i tiratori scelti (a bordo del cacciatorpediniere, pronti a sparare nel caso in cui la vita del comandante Phillips fosse in pericolo) abbattono tre dei quattro pirati: Phillips è libero (tornerà in patri il 17 aprile, per poi tornare in mare il 25 luglio dell’anno seguente) e Abduwali Muse (il pirata dapprima catturato dall’equipaggio e poi preso come negoziatore) viene arrestato e condannato a 33 anni di carcere.
Secondo i rapporti del comandante Castellano, comandante del succitato cacciatorpediniere, i tiratori scelti spararono perché videro uno dei pirati puntare contro il comandante Phillip un AK-47 ma a 12 anni di distanza sono tanti i dubbi.