Il fatto che alcuni lotti siano stati sospesi in via precauzionale è sintomo del controllo della filiera produttiva del farmaco e indice della sua sicurezza. Da appurare, inoltre, le cause dei decessi e il rapporto con la somministrazione del vaccino
La notizie che sei Paesi nel mondo e qualche regione in Italia abbiano bloccato dei lotti di Astrazeneca ha scatenato un panico generale fra la popolazione, creando non poca confusione.
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Fra chi grida al complotto vedendo in questa notizia la conferma che i vaccini siano pericolosi e chi vuole continuare a fidarsi, i dubbi al momento sono tanti ed è doveroso fare chiarezza.
La decisione di bloccare momentaneamente alcuni lotti di vaccini deriva dalle segnalazioni su alcuni problemi circolatori, trombosi in primis, che si sono verificati in alcuni soggetti a cui era stato somministrato il vaccino.
EMA e AIFA: “Non c’è nesso di causalità fra morti e vaccino”
La notizia, ovviamente, ha fatto il giro del mondo, scatenando un panico generale fra la popolazione.
A riguardo sono dovuti intervenire sia l’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali, che l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che hanno voluto sottolineare chiaramente come non ci sia “nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”.
Ad oggi, stando a quanto appurato dalle due agenzie, i problemi circolatori verificatisi nei soggetti ai quali è stato somministrato il vaccino non sono direttamente riconducibili ad esso.
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Maggiori i benefici dei rischi
Sempre l’EMA, dopo la notizia delle prime sospensioni del vaccino anti covid, ha diffuso un comunicato nel quale specifica come non solo non vi siano elementi sufficienti per poter stabilire con certezza scientifica che le trombosi siano state causate dal vaccino, ma anche come i rischi possibili siano di gran lunga inferiori ai benefici che esso comporta:
“I benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”, si legge nel comunicato dell’Agenzia.
I casi segnalati, inoltre, sarebbero 30 (ammettendo che venga confermato il nesso) su 5 milioni di dosi di Astrazeneca somministrate.
I chiarimenti di AstraZeneca
A tranquillizzare gli animi sulla questione della trombosi è stato anche lo stesso colosso farmaceutico, chiarendo che sulle numerose somministrazioni non è emerso alcun dato riconducibile all’aumento di trombosi “in nessuna fascia per età, genere, lotto impiegato o paese”.
Inoltre va specificato il fatto che la decisione di ritirare alcuni lotti per effettuare controlli non sia negativa, ma, anzi, è segno di un rigido controllo sulla filiera produttiva vaccinale e del monitoraggio attivo da parte dell’Agenzia del farmaco sia italiana che europea.