La corte d’appello di Milano ha condannato Robinho, ex calciatore del Milan, del Manchester e del Real Madrid, a nove anni di reclusione per aver brutalmente aggredito sessualmente in gruppo una ragazza in una discoteca milanese.
I fatti sono avvenuti nel 2013, quando Robinho giocava per il Milan.
Il calciatore era già stato trovato colpevole nel 2017, ma solo alla fine del 2020 era arrivata la condanna definitiva, occasione nella quale provò a fare nuovamente ricorso.
Accusati di stupro di gruppo
Robinho e un gruppo di altri uomini avevano approfittato dellostato di ebbrezza di una ragazza sui vent’anni in una discoteca.
Si è trattato di uno stupro di branco al quale il giocatore ha preso parte consapevolmente, come d’altrone anche il suo amico Richard Falco.
Il processo
A nulla sono valsi i disperati tentativi degli avvocati di Robinho di rimandare la sentenza o, perlomeno alleviare la pena.
Da ultimo, hanno tentato di asserire che alcuni messaggi che inchiodavano il calciatore erano stati tradotti male in italiano, quindi la prova non era da ritenersi sufficiente.
In realtà, nei messaggi si può leggere che la donna “era completamente ubriaca”, dimostrando la consapevolezza dello stato d’ebrezza della vittima da parte di Robinho.
I suoi tentativi di difesa hanno anzi peggiorato la situazione, in quanto la corte d’appello ha ritenuto che il calciatore e i suoi avvocati “abbiano tentato di depistare le indagini degli investigatori“.
A Robinho restano solo 45 giorni affinché la richiesta di ricorso venga presa in considerazione, altrimenti non gli resterà che scontare la sua pena di nove anni in prigione.