Dopo le rivelazioni bomba de La Repubblica, il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ribatte alle gravi accuse mosse nei suoi confronti, definendo la notizia del tutto infondata
Non è di certo passato inosservato agli occhi dell’opinione pubblica il clamoroso articolo de ‘La Repubblica’ a firma di Clemente Pistilli intitolato ‘“Giorgia Meloni fece avere 35mila euro a un clan di nomadi per la campagna elettorale”, la rivelazione di un pentito alla Dda di Roma’.
Citando come fonte il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, la testata giornalistica ha rivelato questo incredibile retroscena che, qualora fosse vero, sarebbe un grattacapo non indifferente per Fratelli d’Italia e per la Meloni in primis.
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La leader di FdI ha deciso di rispondere alle accuse attraverso una diretta dalla sua pagina Facebook, nella quale ha accusato ‘La Repubblica’ di aver dato voce ad un pentito non attendibile che fa riferimento a questioni avvenute otto anni prima:
“Devo pensare che gli inquirenti l’abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga” ha dichiarato la Meloni, che aggiunge “e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista”.
Secondo la politica si tratterebbe di una macchina del fango azionata appositamente per screditare il partito proprio nel momento in cui sta guadagnando maggiori consensi.
Gli elettori meloniani, infatti, sembrano aver particolarmente apprezzato la scelta della leader di FdI di “picconare” da sola in opposizione.
“È partita la macchina del fango contro l’unico partito di opposizione. Non ci facciamo intimidire. Io non faccio affari con i rom. Non ho mai avuto una Volkswagen nera. Questa notizia che mi infanga è inventata, non è mai accaduta”, sentenzia la Meloni. Nonostante i suoi tentativi di difesa, però, la testimonianza del pentito potrebbe finire fra non molto in tribunale.
I reati ipoteticamente in ballo solo notevoli, in primis l’accusa di frode elettorale.
Non resta che attendere gli sviluppi della vicenda
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