Sin dagli albori dell’umanità, l’essere umano ha sempre cercato il senso e l’origine della vita stessa. Se prima questa ricerca era esclusivamente affidata ad un concetto di divina rivelazione, oggi si è affiancata a questa la ricerca scientifica. La scienza è progredita al punto da avere gli strumenti per giungere alle risposte sulla creazione del nostro mondo e della vita sulla Terra. Lo step successivo è quello di trovare la vita anche su altri pianeti.
Si parte dall’assunto che in un Universo sconfinato in cui ci sono infiniti sistemi solari, ci possano essere diversi pianeti con caratteristiche simili alla terra e dunque che per ciò che ci dice la nostra conoscenza possano permettere l’esistenza di forme di vita complesse. Proprio la ricerca della vita e di pianeti abitabili nei sistemi solari vicini al nostro è il compito del progetto Exoplanet. Da anni gli astronomi scandagliano e analizzano pianeti facenti parte di questi sistemi alla ricerca di uno con condizioni ideali alla vita e abbastanza vicino da poter essere studiato e successivamente raggiunto.
Tra quelli finora scovati (ne sono stati trovati diversi che presentano caratteristiche simili al nostro pianeta), Gliese 486 b è il più vicino alla Terra. Questo pianeta, grande 2,8 volte il nostro, si trova a 26 anni luce distanza da noi. Una distanza che per i mezzi attuali a nostra disposizione è incolmabile, ma anche quando si scoprisse un giorno un modo per raggiugere velocità tali da colmarla in un lasso di tempo non esagerato, si tratta al momento di un pianeta non abitabile.
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Ciò che ha attirato l’attenzione degli scienziati è la composizione del pianeta, le cui caratteristiche potrebbero permettere lo sviluppo della vita e dunque un giorno l’abitabilità. Attualmente la temperatura di Gliese 486 b è troppo elevata e si ritiene che la sua superfice sia percorsa da fiumi di lava. Uno stato che con il passare del tempo si dovrebbe mutare consentendo la formazione della vita.
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Parlando della scoperta, lo scienziato Trifonov ha dichiarato: “L’exoplanet deve avere la giusta configurazione fisica e orbitale per essere ideale per un’investigazione atmosferica. Gliese 486 b non può essere abitato, almeno non nel modo che conosciamo sulla Terra. Ha un’atmosfera molto tenue, quasi nulla”. Il suo collega Josè Caballero, però, spiega che le sue caratteristiche potrebbero aiutare gli scienziati a scoprire maggiori informazioni sulla formazione della vita: “Noi siamo convinti che Gliese 486 b potrebbe immediatamente diventare la Stele di Rosetta della exoplanetologia, almeno per quanto riguarda i pianeti simili alla Terra”.
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