Un’equipe di scienziati ha scovato per la prima volta un uragano spaziale: di cosa si tratta e cosa comporta per il nostro Pianeta.
Ebbene sì, esistono uragani anche nello spazio. Il primo mai visualizzato è stato scovato da un’equipe di scienziati dell’Università di Shandong, in Cina. Il fenomeno astronomico si è verificato nel 2014 sopra il polo nord del nostro pianeta. Ovviamente l’uragano spaziale non trasporta acqua, ma elettroni che vengono scaricati sulla stratosfera terrestre. I ricercatori se ne sono accorti osservando un’insolita massa vorticosa di plasma (gas ionizzato), 965 km sopra il nostro pianeta.
Secondo lo studio condotto dagli scienziati cinesi e pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature Communication‘, questo fenomeno potrebbe causare dei bruschi cambiamenti atmosferici e interferire con il segnale Gps sulla terra. Per quanto riguarda le problematiche di tracciamento dei segnali, i ricercatori sono convinti che gli uragani spaziali possano causare interferenze e perdita di segnale anche nelle comunicazioni radio ad alta velocità tramite satellite, incrementare gli errori di localizzazione radar e errori nei sistemi di navigazione e comunicazione satellitare.
Cosa sappiamo sugli uragani spaziali
Trattandosi di un fenomeno appena scoperto e osservato solo in un’occasione, ciò che sappiamo sugli uragani spaziali è veramente poco. Il Daily Star a tal proposito riporta il parere del professore Mike Lockwood dell’Università di Reading, Inghilterra, il quale in primo luogo spiega: “Fino ad adesso era persino dubbio che gli uragani spaziali esistessero, quindi dimostrarne l’esistenza con questo studio è già incredibile”.
Successivamente lo stesso professore aggiunge: “Le tempeste tropicali sono associate ad un grandissimo quantitativo di energia, e questi uragani spaziali potrebbero essere generati da un inusualmente grande e rapido trasferimento di vento solare, energia e particelle cariche nell’atmosfera superiore”. In conclusione Lockwood dice: “Campi magnetici e plasma nell’atmosfera dei pianeti si trovano in tutto l’universo, il che fa suppore che fenomeni come questo siano diffusi”.