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Esteri

Giovane mamma 32enne si toglie la vita: non è riuscita a superare la violenza di gruppo subita

Aveva solo 32 anni Nicola McIntyre, una donna che il 29 agosto scorso si è tolta la vita.
La donna soffriva di pensieri intrusivi e non riusciva a smettere di avere flashback su un episodio molto doloroso che ha minato fortemente le basi della sua sanità mentale.

La donna aveva subito violenza sessuale da un branco di delinquenti, un episodio talmente traumatico che ha frammentato completamente il proprio senso del sé.

Quella terribile violenza che l’ha portata al sucidio

Nicola era affetta da disturbi psichici dovuti a diversi traumi, tanto da arrivare a compiere  l’estremo gesto.
Il corpo è stato ritrovato esanime nella sua casa a Hull, nella regione inglese dello Yorkshire.
La morte è stata attribuita ad un avvelenamento volontario: la donna si sarebbe tolta la vita ingerendo i farmaci che le erano stati prescritti in una dose nettamente al di sopra di quella consigliata.

Questo lunedì la corte di giustizia di Hull ha sentito la sorella Sarah che subito l’ha descritta come una “persona buona, divertente e amorevole”.
Nicola aveva sofferto di malattia mentale già quando aveva solo quattro anni. A quell’età infatti, i suoi genitori si erano lasciati, evento che le ha causato problemi nelle relazioni da adulta, anche in quella con il padre di suo figlio.

La violenza subita ha poi, purtroppo, avuto l’effetto di una goccia che ha fatto traboccare il vaso, portandola ad un crollo totale. Nell’ultimo periodo, inoltre, la depressione di Nicola era ulteriormente peggiorata dopo aver iniziato ad avere il sospetto che una sua amica, nonché collega al lavoro, avesse un flirt di nascosto con il suo ragazzo. 

Il tributo delle sorelle

La sorella Sarah ha elogiato la sorella in tutti i modi, facendo un tributo nei suoi confronti: “Quando lei si trovava a una festa, tutti sapevano il punto esatto della sala in cui si trovava, perché era possibile riconoscerla dalle risate, ha detto Era fatta proprio per la famiglia. Amava i bambini e gli animali. Era incredibilmente creativa“.

Anche la sorella Hayley ha testimoniato dinanzi alla corte: “Avevo cominciato a notare che stava cambiando e stava diventando sempre più depressa. Mi aveva detto di aver chiesto aiuto a diversi centri psicologici, mi aveva detto che stava sentendo di fallire”.
Da quanto emerge dal racconto della sorella, il lockdown dovuto al coronavirus ha fatto precipitare la sua condizione mentale, fino a quando è arrivata al suicidio.

 

 

A.S.

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