Vanessa difende Bryant dalle accuse di stupro e fa causa agli agenti che hanno mostrato il corpo senza vita

La vedova di Kobe Bryant, Vanessa, ha replicato duramente alle accuse mosse dall’attrice Evan Rachel Wood nei confronti del campione dei Lakers, deceduto nel gennaio 2020 in seguito ad un incidente in elicottero.

Poco dopo la tragedia, dove hanno perso la vita anche la figlia 13enne Gianna e altre sette persone, l’attrice ha postato un tweet dove definisce Bryant uno “stupratore”.

“Quello che è successo è tragico. Ho il cuore spezzato per la famiglia di Kobe – scrive Evan Rachel Wood – Era un eroe dello sport. Era anche uno stupratore. E tutte queste verità possono esistere contemporaneamente”.

Vanessa Bryant non era venuta a sapere di quel tweet al momento della morte di suo marito. Ma un anno dopo ha voluto controbattere con decisione a quell’accusa così pesante.

“Mi sono appena accorta di questa cosa”, ha scritto nel suo post, taggando anche l’attrice. “Il tuo tweet del 26 gennaio 2020, falso, insensibile, diffamatorio e calunnioso, è vile e inquietante, per non dire altro”.

Probabilmente Evan Rachel Wood alludeva ad una presunta violenza sessuale del 2003, con una donna che accusava Kobe di averla abusata. Il caso è stato successivamente archiviato.

Agenti di polizia hanno diffuso le foto del cadavere di Bryant

Vanessa Bryant ha anche fatto causa al Dipartimento di Polizia di Los Angeles perchè alcuni agenti avrebbero diffuso le immagini dei cadaveri di suo marito e della figlia Gianna. Si tratterebbe di quattro poliziotti, che hanno fatto circolare le immagini all’interno del distretto e della caserma dei pompieri come motivo di vanto.

Un allievo poliziotto avrebbe addirittura mostrato queste foto ad un barista di Norwalk, in California, come accertato dalle telecamere di videosorveglianza del locale.

Proprio questo episodio ha fatto scattare un’indagine interna che ha permesso di scoprire il comportamento decisamente inqualificabile degli agenti del Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Vanessa Bryant è su tutte le furie, e chiede un risarcimento per negligenza e invasione della privacy.

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