Una riservata signora di Genova di 96 anni, così come descritta dall’Ansa, è scomparsa il 9 dicembre scorso dopo aver preparato ogni cosa, persino il proprio necrologio.
Professoressa di lettere fino alla pensione, Marisa Cavanna nel suo testamento ha lasciato in beneficienza circa 25 milioni di euro a favore di 16 enti, molti sul territorio genovese, come l’ospedale Gaslini. O il Galliera, cui va anche una prestigiosa villa.
Anche se non si sa molto circa la provenienza degli averi della signora Cavanna, chi la conosceva assicura che la donna si contraddistingueva per l’estrema riservatezza e ritrosia ad apparire, in particolare in atti di beneficienza “da fare e di cui non parlare”.
Lontana dai giri mondani, e molto religiosa, non si era mai sposata e anche per l’età viveva da ultimo piuttosto ritirata.
Istituzioni, associazioni o onlus: sono ben cinque su otto i beneficiari dell’eredità Cavanna, che fanno annoverare 25 milioni in beneficienza su beni mobili e depositi nei conti correnti per un totale di 40 milioni malcontati. 5 milioni ciascuno andranno a Galliera, Gaslini, Don Orione e Airc.
Il Galliera riceverà anche i proventi della vendita della villa a due passi dal mare, mentre al Don Orione andranno gli arredi. Quasi altri 4 milioni sono poi ripartiti tra: Amnesty International, Amici senza frontiere, Save the Children, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Associazione italiana Amici di Roul Follereau, Lega del Filo d’oro, Suore missionarie della carità opera Madre Teresa di Calcutta, Piccole suore dei poveri, Fondazione Opera S. Francesco dei Poveri, Associazioni Missioni Don Bosco e Opera d’Assistenza ‘Progetto sorriso nel mondo’.
A Gaslini e Galliera, rivela sempre l’Ansa, Marisa ha chiesto di utilizzare il lascito per la ricerca e l’acquisto di apparecchiature “necessarie per più opportune cure degli ammalati”. Oltre alla beneficenza, il lascito Cavanna comunque ricorda generosamente anche la nipote (figlia del fratello), la badante di anni (3,7 milioni) e vari amici, incluso uno, che ne è curatore testamentario. Ancora dopo 30 anni di conoscenza le dava del lei ed è rimasto piuttosto stupito dell’eredità ricevuta.
“E’ un atto di generosità che non vorremmo fosse raro, un segno di affetto alla città, alle sue istituzioni”, ha commentato il direttore generale dell’ospedale Galliera di Genova, Adriano Lagostena.
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