Guilherme Alves Costa, 18 anni, è stato arrestato dopo la morte di Ingrid Oliveira Bueno da Silva, 19 anni, una gamer professionista di San Paolo, in Brasile.
La coppia aveva giocato in squadre concorrenti sul gioco ‘Call of Duty: Mobile’.
Alves Costa giocava online con il soprannome di ‘Flashlight’ per la squadra ‘Gamers Elite’, mentre la vittima, una giocatrice di ‘FBI E-Sports’, era conosciuta come ‘Sol’.
La vittima si trovava a casa di Alves per competere insieme, pur giocando in squadre avversarie: i due erano uniti proprio da ‘Call of Duy’, essendosi conosciuti grazie al gioco.
Il presunto aggressore ha lasciato una lunga nota in cui spiega perché ha commesso il crimine, lamentandosi di essere stanco della vita, di non avere obiettivi e di non andare d’accordo con le persone.
Altri giocatori hanno lanciato l’allarme dopo che Alves Costa ha pubblicato su WhatsApp un video del corpo insanguinato della vittima, in cui è possibile sentire delle risate in sottofondo. Nella clip, apparentemente postata dopo l’omicidio, si sente Alves Costa affermare: “State pensando che è montato o qualcosa del genere, ma non lo è, l’ho uccisa davvero, sapete cosa intendo?”
Alves Costa sarebbe fuggito dalla scena del delitto, ma la polizia è stata chiamata quando suo fratello è arrivato a casa e ha trovato la giovane donna insanguinata che giaceva incosciente sul pavimento.
Suo fratello l’avrebbe quindi incoraggiato a consegnarsi alla polizia cosa che ha fatto. Quando gli è stato chiesto perché avesse attaccato la vittima dopo il suo arresto, Alves Costa ha risposto seccamente: “Volevo farlo”.
L’indagine, ad ogni modo, continua.
Il mondo del gioco è attualmente in un periodo di transizione, con milioni di persone che ora competono sui loro telefoni cellulari. Le aziende ora cercano più giocatrici, sia come opportunità di crescita che per contrastare una cultura dominata dagli uomini.