Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha sottoposto al Cts il piano di riaperture di cinema e teatri per fine marzo. In ballo anche l’ipotesi di ritornare nei musei il fine settimana
Riapertura di cinema e teatri, ritorno nei musei e ristori per i lavoratori dello spettacolo: è da questi punti che Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, punta alla ripartenza del settore culturale e dello spettacolo, che, assieme al turismo, è quello che ne esce maggiormente tramortito dalle ripetute ondate di covid-19.
La testa di Franceschini non è una di quelle del precedente governo fatte saltare da Draghi, ma il suo non è stato un atteggiamento di continuità con quanto fatto in precedenza.
In tanti, infatti lo hanno criticato per il passaggio repentino dal “chiudiamo tutto” al “riapriamo tutto”, accusandolo di un cambio strategia derivante dall’insediamento del nuovo premier.
Ma polemiche a parte, Franceschini ha deciso di presentare al Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, un protocollo di sicurezza per far ripartire il mondo dello spettacolo.
La proposta di Franceschini per far ripartire spettacolo e cultura
L’obiettivo di Franceschini è quello, in sostanza, di partire con le prime riaperture già a partire da fine marzo, varando una serie di misure da rispettare ma che, attraverso le quali, si potrebbe consentire al mondo della cultura e dello spettacolo di ripartire seppur con estrema cautela.
Fra le misure citate, il ministro ha proposto i biglietti nominali per il cinema e i teatri, il divieto di consumare pop corn in sala, posti ovviamente distanziati, mascherine obbligatorie per tutto lo show e proiezioni limitate fino alle 22, orario di coprifuoco nazionale.
Un altro importante elemento della proposta è quello inerente l’allungamento dell’apertura dei musei: Franceschini ha infatti sottoposto al CTS la richiesta di estendere le visite nei musei anche durante il fine settimana (attualmente è possibile dal lunedì al venerdì) evitando, ovviamente, la pericolosissima ressa che si è verificata nei musei vaticani a Roma.
“Ad oggi, teatri e cinema sono chiusi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Portogallo. Ma siccome l’Italia è l’Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire. L’operazione va fatta non con i proclami né con gli annunci ma per passi possibili“, ha dichiarato il ministro, che prima dell’incontro col CTS aveva indicando il 6 aprile come data possibile di apertura.
Non resta che stare a vedere quale sarà il parere ufficiale degli esperti e se sarà in linea, almeno parzialmente, con le richieste avanzate dal ministro dei Beni Culturali.