E’ terminato, dopo quasi due ore, il vertice a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, i vertici del Cts ed alcuni ministri, uno per ciascuna forza di maggioranza. Dopo una prima parte con i tecnici, la riunione è proseguita solo tra il premier e i ministri.
Uscendo da palazzo Chigi, Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, ha spiegato di aver “rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri dal punto di vista scientifico. Noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente”.
Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha assicurato: “Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo”. L’indicazione del Cts sarebbe comunque quella di una sostanziale conferma dell’impianto del Dpcm in scadenza, senza via libera, ad esempio, per la riapertura di palestre e piscine.
La stessa linea che è caldeggiata in primo luogo da Speranza, che domani riferirà prima al Senato e poi alla Camera sulla pandemia. Per il ministro, infatti, non è il momento di “abbassare la guardia” perchè i dati non lo consentono e le varianti destano preoccupazione.
Una linea, quella del rigore, che non vede però tutti d’accordo. Matteo Salvini e la Lega chiedono un allentamento. Stamani il leader del Carroccio è stato a colloquio con Draghi, affrontando proprio questo tema. Salvini vuole “interventi mirati ma senza lockdown” con aperture “dove possibile”.
Anche Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura M5s, lavora a un “protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza” e Stefano Bonaccini, governatore Dem dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni chiede “dove ce lo si può permettere, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, con capienze ridotte, di riaprire cinema e teatri”.