Si è spento questo lunedì mattina alla veneranda età di 101 anni Lawrence Ferlinghetti, poeta, editore e padre della Beat Generation. A dare la triste notizia e il motivo del decesso è stato il figlio dello scrittore, Lorenzo: lo scrittore, secondo quanto comunicato dal figlio, era affetto da una malattia ai polmoni.
La libreria simbolo della Beat Generation
Ferlinghetti aveva fondato la storica libreria City Lights nel 1953 quando gli esponenti della beat generation erano nel pieno della loro creatività, fra cui scrittori del calibro di Jack Kerouac e Allen Ginsberg. A quel tempo i due avevano appena cominciato a farsi conoscere e la libreria, nel giro di pochissimo tempo, è diventata un luogo di ritrovo sia loro che per altri autori.
In quegli anni, per leggere un libro bisognava comperarlo, ma con la sua libreria, Ferlinghetti permetteva agli avventori di sostare, parlare e scambiare delle chiacchiere, creando un luogo con un’atmosfera adatta allo sviluppo delle idee degli scrittori. Nel corso degli anni la libreria ha mantenuto un’aura indipendente, autoproducendo diverse opere.
Ferlinghetti baluardo della libertà d’espressione
Il momento di massima popolarità per Ferlinghetti arriva nel 1956 quando pubblica “L’urlo” di Allen Ginsberg. Il libro era così sovversivo che lo scrittore finì addirittura in manette con l’accusa di diffusione di materiale osceno. Alla fine, però, venne liberato con uno storico processo dove per la prima volta venne citato il Primo Emendamento che sancisce la libertà di parola dell’individuo.
L’evento contribuì a portare visibilità ai giovani scrittori emergenti della Beat Generation e alla libreria di Ferlinghetti, che è diventata simbolo di indipendenza e libertà di espressione e di opinione. Lo scrittore appare anche in “Sulla strada” di Jack Kerouac, sotto il falso nome di Carlo Marx.
Ferlinghetti, fra le varie opere, ha pubblicato la raccolta di poesie “A Coney Island of the Mind“.