Un gruppo dedicato all’amato comico pugliese Lino Banfi è stato oscurato perché molti contenuti sono stati ritenuti da Facebook “violenti e pornografici”. I 117mila iscritti si sono ritrovati con il gruppo ‘Noi che amiamo Lino Banfi official’ chiuso da un momento all’altro.
“Incitamento all’odio e alla violenza”
La ragione ufficiale per la quale il gruppo è stato oscurato è stata riportata in una nota inviata da Facebook che adduceva come motivazione “incitamento all’odio e alla violenza contro gli omossessuali e per la presenza di contenuti sessuali”.
Questo sarebbe dovuto al fatto che gli utenti postavano tutti i giorni scene tratte dai migliori film di Banfi, che hanno scritto la storia della commedia all’italiana degli anni Ottanta.
I video contenevano gag e battute del celebre attore che, al tempo in cui sono nati, erano ritenute come innocenti e parte indispensabile di quel tipo di regia. Oggi, però, questi contenuti vengono accusati di incitare all’odio e alla violenza contro gli omosessuali.
Un sintomo, questi, dei tempi che cambiano: Facebook ha catalogato come “inappropriati” i contenuti postati dagli utenti, perché non rispecchiano gli standard del social network in quanto potrebbero offendere la sensibilità di altre persone.
I canoni cambiano: omofobia o no?
Sicuramente le gag di Lino Banfi degli anni Ottanta erano divertenti, ma rispecchiavano anche i canoni di un tempo ormai lontano. Dopotutto, dagli anni Ottanta sono passati ben quarant’anni e le politiche sul politically correct si fanno sempre più stringenti, portando anche alla censura alcuni cartoni storici da parte della Disney.
“Nel gruppo si potevano pubblicare solo immagini e frasi dei film con Lino Banfi e scatti relativi alla sua carriera” – ha dichiarato a ‘Libero’ il fondatore del gruppo – “Qualsiasi altra foto legata ad altri personaggi o contesti, tanto più se violenta o hard, veniva da me filtrata e non pubblicata. Il principale scopo della nostra comunità era quello di fare ridere e tirar su il morale alle persone. E poi facevamo anche tanta beneficenza”.