Draghi debutta al G7 mentre il tempo per il Recovery stringe: sceglierà il “modello Genova”?

Dopo aver incassato il voto alla Camera, per Super Mario è tempo di debuttare al summit del G7 che si terrà oggi online. Intanto il tempo per il Recovery stringe e si ipotizza un modello “Genova”, dove i tempi e procedure verranno ridotte all’osso

Con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, Mario Draghi diventa ufficialmente il nuovo Presidente del Consiglio.
Il super banchiere oggi farà il suo debutto come premier al summit del G7, l’organizzazione intergovernativa composta dai 7 maggiori stati economicamente più avanzati del Pianeta.
Nel pre-vertice che si svolgerà oggi, voluto dal presidente inglese Boris Johnson che quest’anno presiede il gruppo, il tema centrale sarà ovviamente quello della pandemia per poi fare seguito quello della ripresa economica e le transizioni digitali e ambientali.
Questo primo G7 sarà anche una fondamentale occasione per comprendere come Draghi, di visioni indubbiamente atlantiste, come ha specificato nei suoi interventi a camera e senato, imposterà il rapporto con gli Stati Uniti del neo insediato Joe Biden.
Last but not least, il tema dei vaccini, sui quali Draghi vuole spingere l’acceleratore; Johnson, invece, vuole ridurre a 100 i giorni a disposizione per creare nuovi vaccini, dimezzando abbondantemente i tempi di approvazione.

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Urge il piano recovery: ci sarà il “modello Genova”?

Nel processo di passaggio dall’eredità giallo rossa al nuovo governo Draghi, l’uomo chiave che sarà chiamato a gestire il dossier più caldo della stagione politica è Daniele Franco, il nuovo ministro dell’Economia.

Come riportato da Alessandro Barbera de ‘La Stampa’, un ministro del nuovo governo che ha voluto mantenere l’anonimato, ha dichiarato: “A Bruxelles non hanno particolare fiducia nella nostra capacità di spendere bene i soldi che ci hanno messo a disposizione”, ed è proprio per tale motivo, a suo parere, che bisognerà replicare il “modello Genova”, ossia un’estrema riduzione di passaggi e tempi che è stata attuata in occasione della ricostruzione del ponte Morandi dopo la tragedia.
Una strategia, questa, certamente non cara ai cultori della legalità.

Dunque il primo step è quello di accellerare sul Recovery Plan, non più rimandabile, e il secondo sarà quello politicamente più difficile: mettere in piedi, e farle reggere soprattutto, le riforme richieste dalla commissione europea in cambio dei 210 miliardi.
Per ora, Draghi, ne ha evidenziate tre: burocrazia, fisco, giustizia civile. 

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