La sindaca di Roma, Virginia Raggi, scopre le carte e chiede una presa di posizione al Movimento 5 Stelle in merito alla sua ricandidatura al Campidoglio, invocando un voto sulla piattaforma Rousseau.
“E’ giunto il momento che la base dei 5 stelle si esprima sulla mia candidatura”, ha detto Virginia Raggi, aggiungendo che non è più tempo per “ambiguità e giochi di palazzo”.
A quattro mesi dalle elezioni di giugno per il Campidoglio, sempre se non slitteranno causa pandemia, regna sovrana tra i grillini in effetti l’incertezza, nel timore che la sindaca e il suo operato non si conquistino la vittoria. Dubbi anche presso il PD. Nessun candidato ufficiale espresso, silenzio di fronte all’autocandidatura di Carlo Calenda.
La posizione di Di Maio e del Pd
“L’appello di Virginia Raggi? Io la sostengo. Tutto il M5S la sostiene e deve farlo con forza”. Così il ministro degli Affari esteri ed ex capo politico del M5S, Luigi Di Maio, commentando all’Adnkronos la richiesta della sindaca capitolina di una consultazione tra la base pentastellata sulla sua ricandidatura in Campidoglio.
E proprio in questo senso parla oggi la fronda 5 Stelle dei presidenti ed ex presidenti dei gruppi capitolini che formano il gruppo “Piano di Roma”, chiedendo di lavorare con PD e con Liberi e Uguali. “Uniamo le forze progressiste per il bene di Roma” recita il loro manifesto, accusando Raggi di “mettere la propria persona avanti a qualunque ipotesi alternativa senza preoccuparsi delle conseguenze di un fallimento che porterebbe Roma indietro di 15 anni”.
Il leader del PD Zingaretti aveva escluso un possibile appoggio a Raggi. Circola però l’idea che Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, alleati di governo, potrebbero cercare un nome comune da sostenere fin dal primo turno.