Mario Draghi non è arrivato casualmente, ma sapeva già che la crisi di governo l’avrebbe portato a diventare Presidente del Consiglio.
Secondo quanto riportato dall’Espresso, infatti, il nuovo premier incaricato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva già ricevuto una telefonata dal segretario della Lega, Matteo Salvini, verso la fine dello scorso mese di gennaio.
Questo spiegherebbe l’inversione di rotta del “Capitano”, che negli ultimi giorni ha dimostrato di accettare una serie di compromessi anche su temi molto cari al Carroccio (come ad esempio l’immigrazione, ndr) pur di far parte del nascente governo Draghi.
Ma i contatti del nuovo premier sono stati diversi. Sempre stando all’articolo dell’Espresso, Draghi avrebbe incontrato più volte anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, confermato nel nuovo Esecutivo.
Anche qui l’indiscrezione spiegherebbe perchè Di Maio è stato l’esponente del M5S che ha subito richiamato alla “responsabilità”, mentre il capo politico Vito Crimi paventava inizialmente un “non appoggio” dei pentastellati a Draghi.
Il PD si è incartato, la Meloni ha scelto la strada della “distanza rispettosa”
Se a convincere Salvini a telefonare a Draghi è stato soprattutto Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, Di Maio l’ha incontrato lo scorso 24 giugno (“Mi ha fatto una buona impressione”, ndr) e lo ha incontrato di nuovo, altre volte, senza tuttavia mai nominarlo.
Mentre la Meloni ha scelto la strada del “rispetto” nei confronti dell’ex presidente della BCE, pur confermando la sua distanza (troppo sovranista per accettare in toto Draghi), il PD si è aggrovigliato su sè stesso, scegliendo di “impiccarsi” sul nome di Giuseppe Conte.
Solo in un secondo momento i “Dem” hanno dato appoggio a Draghi, ma è chiaro come in questo momento i rapporti privilegiati del premier incaricato siano altri.
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