Una donna sopravvissuta al crollo di un palazzo nel cuore di Philadelphia e costretta da allora a ricevere cure mediche 24 su 24 è morta a 59 anni a causa del Coronavirus.
Nel 2013 è sopravvissuta alle conseguenze del crollo di un palazzo che ha investito il negozio nel quale si trovava ma, otto anni dopo quel drammatico evento, è stato il Coronavirus a portarsela via. La vittima è Mariya Plekan che nella catastrofe avvenuta a Center City, Philadelphia, ha perso entrambe le gambe dopo essere stata tratta in salvo dalle macerie. Quel giorno crollo un palazzo di quattro piani in via di demolizione nel cuore della città e le macerie e i detriti investirono un negozio di abiti usati dell’Esercito della Salvezza in una vicina palazzina, provocando la morte di sette persone e diversi feriti che si trovavano proprio in quel negozio o sul marciapiede di fronte. Mariya rimase tredici ore intrappolata sotto le macerie sopravvivendo e, nonostante la perdita degli arti inferiori, si è ricostruita una vita. La 59enne faceva spesso acquisti nel negozio dell’usato in Market Street: immigrata dall’Ucraina, la donna ha cresciuto i suoi figli negli Stati Uniti. Per quell’incidente ha ricevuto un risarcimento di ben 95,6 milioni di dollari, parte dei 227 milioni stabiliti da un accordo raggiunto in aula con gli imputati, dopo un processo durato 17 settimane e destinate alle famiglie delle 19 persone coinvolte.
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Trenta operazioni, un’amputazione, insufficienza renale e problemi polmonari
La donna che allora aveva 52 anni ha riportato ferite talmente gravi che i medici hanno disposto un’amputazione a gigliottina, ovvero la rimozione della metà inferiore del suo corpo all’altezza dei fianchi. E ha subito 30 operazioni: sebbene sia sopravvissuta all’insufficienza renale e a problemi polmonari, ha perso la capacità di parlare a causa di un danno alla gola, obbligata a ricevere per il resto della sua vita cure mediche 24 ore su 24. “Era una persona molto gentile, energica e profondamente devota alla sua famiglia” ha detto il suo avvocato Andrew J. Stern a NBC10. “La sua volontà di sopravvivere e il suo amore per la vita è fonte d’ispirazione per tutti”. Il primo a riferire della morte per Covid della donna è stato il Philadelphia Inquirer: lascia due figli.