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Non è uno sport per giovani: Brady, Ibra, Federer e tutti gli “anziani” che continuano a dominare

Il successo di Tom Brady sottolinea ancora una volta come l’età del ritiro per gli sportivi ormai si è allontanata nel tempo.

Il tempo non è clemente con gli sportivi? Questo si pensava fino a qualche anno fa, quando superata la soglia dei 30 anni l’atleta di qualsiasi sport era considerato alla fine del proprio ciclo. Ma in questi ultimi anni la soglia per una carriera di un fuoriclasse si è alzata di circa dieci anni. Due che hanno precorso i tempi in tal senso sono stati Roberto Baggio (capace di lottare con i giovani per la classifica marcatori sino ai 40 anni) e Michael Jordan (tornato sul parquet a 40 anni per portare i suoi Washington Wizard ai Playoff NBA.

Ma se a cavallo tra gli anni novanta e duemila i loro erano degli exploit, al giorno d’oggi sempre più sportivi continuano a dominare in partite in cui i giovani sono costretti ancora a prendere lezioni. Nel calcio nostrano ci sono due esempi illustri: Cristiano Ronaldo, fresco 36enne e leader della Juventus, e soprattutto Zlatan Ibrahimovic che alla soglia dei 40 guida il Milan capolista e sta per firmare l’ennesimo rinnovo contrattuale.

Non è uno sport per giovani: Brady, Feder e Lebron James non vogliono fermarsi

Il calcio non è l’unico sport in cui la soglia del ritiro dei professionisti si è allontanata nel tempo. Nel tennis, ad esempio, Re Roger Federer a 39 anni continua la sua straordinaria carriera e punta a vincere l’ennesimo trofeo in questo 2021. Lo scorso anno ha perso posizioni nella classifica Atp a causa di un infortunio al ginocchio, ma quando sarà in campo mostrerà a tutti che la classe non ha età.

Per quanto riguarda gli sport americani, il nome da segnalare è ovviamente quello di Tom Brady. Il quarterback ha vinto qualche giorno fa il suo settimo Superbowl (record) a 43 anni da assoluto dominatore. Un successo che ha un gusto ancora più dolce, pensando che dopo 19 anni era stato accantonato dai New England Patriots (con i quali ha vinto 6 titoli) che senza di lui non si sono qualificati nemmeno ai playoff.

Poi c’è King Lebron James. Il predestinato del basket continua a sorprendere tutti per la capacità di mantenere medie statistiche inarrivabili per tutti gli altri giocatori della lega. Il cestista, però, sorprende soprattutto per la sua capacità di leadership. Ne ha dato dimostrazione durante gli ultimi Playoff, guidando i Lakers al successo dopo più di 10 anni.

F.S.

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