Nella giornata internazionale dedicata alla prevenzione dei carcinomi, uno sguardo sull’origine della malattia considerata come “il male del secolo” e i dati sulla sua diffusione
Molto spesso, nel mondo della scienza e non, si sente parlare del cancro come una malattia moderna, legata soprattutto a un peggioramento delle condizioni ambientali, come l’inquinamento, e al cambiamento dello stile di vita che diventa sempre più insalubre e votato allo stress. Sebbene tali fattori siano, indubbiamente, pericolosi per il corpo umano, non hanno segnato l’origine di questa malattia che, in realtà, non è nata con la modernità.
Grazie alla paleontologia e all’archeologia alcuni ricercatori sono stati in grado di ricostruire, almeno parzialmente, l’origine della patologia, presente addirittura nei corpi dei primi ominidi comparsi sulla terra oltre che nei corpi mummificati nell’Egitto antico.
La prima testimonianza di cancro maligno nella storia dell’umanità si fa risalire a circa un milione di anni fa: nel 1932, infatti, durante alcune ricerche in Kenya, il paleontologo britannico Louis Leakey scoprì la presenza di un tumore maligno nella mandibola di un esemplare di Homo.
A fornirci le prime analisi puntuali sull’origine delle neoplasie un po’ di anni dopo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università del Witwatersrand i quali, conducendo alcune ricerche in Sudafrica, sono riusciti a datare le prime testimonianze di carcinomi maligni nella storia dell’uomo. Secondo le loro indagini, l’origine del cancro si farebbe risalire a circa 1,6 / 1,8 milioni di anni fa: durante i loro studi, l’equipe di scienziati ha rinvenuto tracce di carcinomi all’interno dei corpi di alcuni ominidi, sostanzialmente gli antenati del genere umano, riuscendo a diagnosticare, attraverso l’ausilio di tecnologie moderne, un’osteosarcoma maligno, ossia un tumore dell’osso che aveva colpito il nostro antenato al metatarso, nel piede. “Non riusciamo a stabilire con esattezza quanti anni o per quale causa sia deceduto questo ominide, ma siamo certi che il tumore c’è e che risale a circa 1,7 milioni di anni fa”, hanno dichiarato i ricercatori. Questo male, dunque, sarebbe praticamente nato quasi con l’uomo stesso.
La più vecchia descrizione per iscritto della malattia risale all’antico Egitto, sebbene il termine usato non fosse quello di cancro, coniato nell’antica Grecia da Ippocrate, considerato il padre della medicina.
Stando ai dati pubblicati dalla terza edizione del “Cancer Atlas”, nato dalla collaborazione tra la American Cancer Society (ACS), l’Unione internazionale per il controllo del cancro (UICC) e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), nel 2018, nel mondo, sono stati diagnosticati oltre 18 milioni di casi di tumore. Una cifra, purtroppo, destinata, secondo i ricercatori, ad aumentare di circa il 60% entro il 2040. Fra i carcinomi più diffusi, in cima alla lista c’è il tumore al polmone, con circa 2,1 milioni di diagnosi, seguito da quelli al seno (2 milioni), al colon retto (1,8 milioni), alla prostata (1,3 milioni) e allo stomaco (un milione).
In Italia si stima che siano stati diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumori
maligni (esclusi i carcinomi della cute non melanomi): 195.000 negli uomini e 182.000
nelle donne, con al primo posto quello al seno.
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