Dopo essere ufficialmente tramontata la speranza di un Conte Ter, sono in tanti a chiedersi quale sarà il destino, politico e non, dell’ex premier, fra ipotesi di un nuovo partito e quella del ritorno fra le aule universitarie
L’epoca Conte è ufficialmente tramontata, o, per lo meno, quella come leader politico del Bel Paese. Dopo il fallimento del mandato esplorativo al Presidente della Camera Roberto Fico, il Presidente Mattarella ha optato, per ora, per una consultazione con il banchiere Mario Draghi a guida ipotetica di un governo tecnico, qualora i partiti forniscano il sostegno numerico al suo mandato. Attorno alla figura di Giuseppe Conte gli animi si sono sempre divisi fra detrattori e fervidi sostenitori, ed è proprio per tale ragione che, oramai da tempo e soprattutto nell’ultimo periodo, si è fatta strada l’ipotesi di un partito autonomo con lui alla guida.
Nelle ultime ore stanno trapelando voci sull’ipotesi che Conte non solo abbia intenzione di formare un nuovo partito tutto suo, ma che abbia già pronte le liste. In tanti, infatti, ritengono che l’ex premier non tornerà dietro la sua cattedra universitaria, ma opterà per una via politica autonoma alla guida di un nuovo partito, nel quale dovrebbero confluire non solo personaggi politici di vario tipo, ma anche esponenti della società civile. Fra i membri papabili di questo partito, secondo alcune voci di corridoio, ci sarebbero indubbiamente i “Responsabili”, ossia coloro i quali avrebbero salvato Giuseppe Conte in ogni modo, ma anche i personaggi più vicini a Conte, come il cosiddetto “trombettiere di Conte, il sottosegretario del M5s Mario Turco, Lucia Azzolina e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Proprio ieri sui social è iniziata a circolare una lettera titolata “In sostegno del governo Conte“, fra i cui firmatari più illustri figurano i politologi Gianfranco Pasquino e Nadia Urbinati, il costituzionalista Massimo Villone e l’ex senatore dell’Italia dei Valori Pancho Pardi.
Ma quali potrebbero essere i numeri di Conte, ovviamente secondo una stima del tutto provvisoria? Stando ai dati riportati da un sondaggio Ixè dell’Osservatorio politico nazionale, qualora l’ex premier decidesse di correre da solo potrebbe ottenere il 13,5% dell’elettorato, ma questo comporterebbe non poche conseguenze per il Movimento Cinque Stelle, che perderebbe così gran parte del suo elettorato, indubbiamente quello più moderato.
Conte, però, non ha mai voluto essere definito come un “politico” vero e proprio, e non si può escludere del tutto che l’ex premier decida, dopo questo frenetico anno, di ritornare fra le aule universitarie dell’Ateneo di Firenze. Proprio il rettore Luigi Dei nelle scorse settimane aveva lasciato una nota di affetto nei confronti del docente universitario, sottolineando che l’Ateneo è pronto ad accoglierlo a braccia aperte e ribadendo che: “Se resterà a servire il Paese, penso che possa fare bene e mi auguro che continui a farlo, ma se non ci fossero le condizioni e questo non dovesse accadere, noi lo accogliamo ben volentieri a fare il suo lavoro”. Conte, infatti, prima di accettare l’incarico come Presidente del Consiglio era, presso lo stesso Ateneo, professore universitario di diritto privato.
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