64 anni fa come oggi nasceva lo storico “Carosello”, il contenitore pubblicitario che sponsorizzava i grandi marchi attraverso una piccola scenetta recitata dai più noti personaggi dello spettacolo
Era il 3 febbraio del 1957 quando, per la prima volta in TV, debuttò il ‘Carosello’, il contenitore pubblicitario che entrava nelle case degli italiani attraverso l’arma dell’intrattenimento e della recitazione. Simbolo di un’Italia in pieno sviluppo economico, il ricordo del Carosello ha un retrogusto agrodolce, simbolo di un benessere per certi versi lontano ma, al contempo, bellissimo da ricordare.
Il debutto del Carosello nel ’57
L’origine del nome ‘Carosello’ si deve al film del 1954 “Carosello Napoletano”, una sorta di “pellicola – rivista” che aveva come protagonista un cantastorie: il fine era quello di raccontare, intrattenere e cantare per il pubblico, il tutto in pochissimo tempo a disposizione. Il termine ‘Carosello’ significa, infatti, torneo, scontro spettacolare o parata di cavalieri.
Negli anni ’50 e ’60 i programmi televisivi non erano numerosi come oggi, e i momenti di pausa delle famiglie italiane erano scanditi da programmi come l’Almanacco del giorno dopo e il Carosello, che teneva ben distinti il momento recitativo da quello pubblicitario, che non doveva superare un tot di minuti. Il consumatore, insomma, era, paradossalmente, indubbiamente più tutelato rispetto a oggi dal quantitativo di pubblicità a cui era sottoposto. I primi marchi pubblicizzati furono Shell, l’Oreal, Singer e Cynar. In base al tipo di prodotto da pubblicizzare, comparivano sullo schermo scenette di vari personaggi dello spettacolo: per i più piccoli, c’erano Angelino, Carmencita e Calimero, mentre i più grandi Totò, Vittorio Gassman, Mina, Nino Manfredi e Macario.
Il giorno prima del debutto la produzione a cui venne affidata la realizzazione del format si rese conto che mancava la sigla, affidando tale compito dell’ultimo minuto al regista Luciano Emmer e a uno dei pionieri dei produttori pubblicitari, Cesare Taurelli. Alla fine, la colonna sonora venne presa in prestito da una tarantella del repertorio napoletano ottocentesco, “Pagliaccio”. Una curiosità da riportare è quella di una polemica nata da il giornale satirico “Asso di Bastoni” che fece notare che dietro le gambe delle ballerine si leggeva la sigla PCI.
20 anni del ‘Carosello’: il motivo per cui finì
Dopo vent’anni di onorato servizio, nel 1977 il Carosello andò in pensione. Nel corso di questo ventennio il contenitore pubblicitario e di intrattenimento diede vita a moltissimi personaggi e modi di dire rimasti per sempre nella storia dello spettacolo italiano, con all’attivo ben 30mila sketch che coinvolsero anche personaggi del cinema internazionale. L’addio del format ai telespettatori venne affidato a Raffaella Carrà. I motivi per cui terminò furono vari, principalmente di natura commerciale ed economica.
Gli spot cult del Carosello
Vi lasciamo dei video con gli spot più cult del Carosello, attraverso i quali si diede vita a dei personaggi iconici della storia dello spettacolo italiano