Dramma su dramma.
Un padre e nonno di 52 anni è morto a causa del coronavirus a poca distanza di tempo dall’incendio che aveva distrutto la sua casa.
A fine novembre la casa di Mark Bowen, questo il nome dell’uomo, ha preso fuoco e il 52enne con la famiglia (composta da lui, dalla figlia e dai due nipoti di sei e tre anni) è stato costretto a scappare dall’abitazione: l’incendio ha causato danni ingenti, distruggendo la maggior parte dei beni più preziosi presenti all’interno della casa.
Dopo l’incendio, la famiglia è stata costretta a vivere dapprima con alcuni parenti in Inghilterra, per poi essere trasferita in un alloggio temporaneo, in attesa che la casa – di proprietà della famiglia da più generazioni – fosse riparata.
Mark non riuscirà mai a vedere la casa ristrutturata dopo il drammatico rogo: l’uomo si è infatti ammalato dopo Natale (così come il resto della famiglia, che fortunatamente non ha avuto complicazioni come il padre) ed il coronavirus lo ha ucciso il 19 gennaio, tre giorni dopo essere stato dimesso dall’ospedale.
Questo il racconto di Samntha, la figlia:
“Per me è stato come un raffreddore, ma siccome mio padre aveva l’asma lo ha preso davvero male. Ha avuto le allucinazioni perché i suoi livelli di ossigeno erano davvero bassi. Ho potuto parlare con lui al telefono quando era cosciente, ma dopo circa due giorni è stato trasferito in terapia intensiva”.
Dopo due giorni in terapia intensiva, Mark è migliorato, per poi essere dimesso il 16 gennaio con una macchina per aiutarlo nella respirazione.
Nonostante ciò, dopo tre giorni, il padre / nonno è morto:
“Hanno trovato alcuni problemi di salute che non sapeva di avere tra cui insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale apnea notturna. Sul suo certificato di morte si leggerà Covid-19, ma ci è stato detto che ad ucciderlo è stato un coagulo di sangue nella gamba che è arrivato ai polmoni”.