Covid e viaggi, nasce il “rosso scuro”: cosa significa e cosa cambia?

L’Ue ha presentato le misure per gli spostamenti tra i Paesi membri, L’Italia è rosso scuro: cosa significa e cosa cambia.

Si parla spesso dei danni che la pandemia di Covid-19 ha causato al settore della ristorazione, meno di quello che ha causato al settore viaggi e alberghiero. Gli introiti delle agenzie di viaggio, delle compagnie aeree e degli albergatori in questo ultimo anno sono diminuiti in maniera drastica e la situazione non si sistemerà per diverso altro tempo. Questa mattina i commissari Reynders e Johansonn hanno presentato al parlamento europeo e alla stampa le nuove regole per gli spostamenti all’interno e all’esterno dell’Unione Europea.

Il progetto presentato dai commissari ha la funzione di migliorare il coordinamento tra gli stati membri in ambito viaggi. La proposta è quella di aggiungere un colore alla mappa di rischio per segnalare le zone in cui si è presentata una variante del Coronavirus o in cui il contagio sta aumentando. Il colore in questione è il rosso scuro ed sta ad indicare le zone a più altro rischio contagio in Europa. Tra le varie zone che hanno ricevuto il rosso scuro c’è ovviamente l’Inghilterra, ma anche diverse parti di Spagna, Francia e Italia.

Covid e Viaggi, rosso scuro: cosa cambia e cosa significa

Come spiegato poco sopra vengono inserite nella categoria rosso scuro quelle zone in cui c’è la più alta diffusione del contagio e dunque quelle a rischio maggiore. Ma questo cosa cambia per chi volesse spostarsi da un Paese all’altro? Se la proposta diverrà una  norma vigente chiunque decidesse di partire da una zona rosso scuro dovrebbe sottoporsi ad un tampone prima della partenza ed alla quarantena all’arrivo. Per chi rientra nel proprio Paese di residenza, invece, è previsto un tampone all’arrivo e un periodo di isolamento cautelativo fino all’esito dello stesso.

L’obbiettivo dell’Ue è quello di scoraggiare fortemente i viaggi che non siano di stretta necessità. Viaggi che già sono fortemente sconsigliati in tutta Europa finché non ci sarà una situazione generale migliore di quella attuale. Tali misure non sono valide per i transfrontalieri che per ragioni di lavoro o familiari sono costretti a spostarsi costantemente da un Paese all’altro o per chi lavora nel settore dei trasporti.

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