Il corpo di una ragazza di 17 anni, Roberta Siragusa, è stato trovato semi carbonizzato in un burrone a Caccamo, in provincia di Palermo, sul sentiero di Monte Rotondo del Monte di San Calogero. Ad uccidere la giovane è stato il fidanzato di 19 anni, stando alla sua stessa confessione rivelata ai Carabinieri nella mattina di ieri (in seguito la circostanza della confessione è stata smentita dai suoi legali).
Il ritrovamento del cadavere
“Il corpo di Roberta è lì“, avrebbe detto il ragazzo, Pietro Morreale, indicando ai militari il luogo preciso. Sul posto per i sopralluoghi sono intervenuti i Carabinieri della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Palermo, i Vigili del Fuoco e il medio legale per un primo esame del corpo, trovato parzialmente bruciato.
Pur non avendo reso una vera confessione, fornendo diverse versioni contrastanti di ciò che era successo, ha indicato il punto dove poi i Carabinieri hanno ritrovato il cadavere. Il ragazzo si è presentato prima da solo, poi sono arrivati alcuni familiari e l’avvocato ad assisterlo.
Al momento sono ancora pochi gli indizi e le informazioni in mano agli investigatori. Sul movente, ad esempio, non si sa nulla. Né sulle modalità con cui la giovane è stata uccisa. I genitori di Roberta Siragusa ieri sera avevano presentato la denuncia della scomparsa della ragazza.
Le parole del sindaco di Caccamo
“Non ci sono parole per commentare quanto accaduto, che ha scosso e sconvolto le coscienze dell’intera cittadinanza”, ha scritto su Facebook il sindaco di Caccamo, Nicasio Di Cola, dopo il ritrovamento della 17enne morta in un burrone.
“Conosco entrambe le famiglie – ha aggiunto – e mai e poi mai avrei potuto immaginare questa immane tragedia che lascerà per sempre il segno nella nostra Comunità. Sono stato a casa della famiglia della giovane ragazza, ci siamo abbracciati con il cuore e con gli occhi. Non aggiungo altro. Sono distrutto”.
La ricostruzione dei fatti
Si attende venga fatta luce su quanto accaduto nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021.
Lo chiede con forza la famiglia di Roberta, attraverso le parole del legale, l’avvocato Giuseppe Canzone:
“La famiglia è scioccata e incredula. I genitori e il fratello di Roberta chiedono giustizia e si affidano agli inquirenti, perché si arrivi alla verità su un gesto così crudele e atroce. È tanta la disperazione, ringraziamo l’Arma che ha pure disposto un servizio di assistenza psicologica”.
Secondo le prime ricostruzioni, i due ragazzi avrebbero partecipato a una festa in una villetta non distante dal luogo in cui il corpo è stato trovato.
Una festa insieme a un gruppo di coetanei, dalla quale la coppia si sarebbe allontanata intorno alla mezzanotte dopo una scenata di gelosia del fidanzato.
Un fidanzato molto geloso, secondo quanto riportato dal Messaggero citando gli amici dei due.
Amici che adesso sono a loro volta increduli, con qualche amica che scrive sul profilo di lei: “Non si può morire così. L’amore non deve fare male”, mentre sul profilo di lui è una sequela di insulti e minacce.
Al momento sono due gli scenari a cui pensano gli inquirenti:
secondo una prima il fidanzato avrebbe ucciso la fidanzata, per poi provare a disfarsi del corpo gettandolo nel dirupo, tentando di nascondere i segni della violenza dandogli fuoco.
La seconda opzione vorrebbe l’omicidio avvenuto in maniera non intenzionale, durante la discusssione, con il fidanzato che – preso dal panico – potrebbe aver deciso di nascondere il cadavere e bruciarlo.
In ogni caso, ci sono anche altri interrogativi: qualcuno ha aiutato il giovane a provare a occultare il cadavere? Qualcuno lo ha consigliato ad andare dai carabinieri?
(Articolo scritto da G.N., aggiornato da R.D.V. in data 25 gennaio 2021)