Ceppo Covid mutante, l’allerta dei ricercatori: “Il 30% più letale”

Lo studio sul ceppo mutante del Covid ha evidenziato come la versione mutata del virus sia il 30% più letale dell’originale.

La Gran Bretagna si sta confrontando da dicembre con il ceppo mutante del Covid-19, giornalisticamente ribattezzato come “variante inglese“. L’arrivo della versione mutata del Sars-Cov-2 è coincido con una più rapida diffusione dei contagi e con un più alto numero di morti. Nelle ultime 24 ore in Gran Bretagna sono stati riscontrati 37.892 nuovi casi e 1290 decessi. Numeri che spaventano anche da noi, visto che fino ad ora l’esplosione di focolai in un Paese europeo è coincisa con quella di focolai nelle restanti Nazioni del continente.

Il ceppo mutante del Covid è stato rintracciato per la prima volta nel Kent, poco prima delle festività natalizie. In quella occasione il ricercatore che lo ha rilevato ha notato che presentava diverse mutazioni. Gli studi sul nuovo ceppo del virus sono cominciati istantaneamente e dai primi risultati è emerso che la nuova versione del Sars-Cov-2 è il 70% più contagioso della precedente.

La Variante inglese è il 30% più letale?

Già nei giorni scorsi è cominciata a circolare l’ipotesi che il nuovo ceppo del virus possa essere maggiormente letale rispetto a quella precedente. Il professor Neil Ferguson aveva infatti dichiarato alla ITV: “E’ una possibilità assolutamente realistica che la nuova variante inglese del virus incrementi il rischio di morte, ma c’è una considerabile incertezza residua”.

La possibilità di cui parlava Ferguson sembra essere confermata dal risultato del primo studio ad essa relativo portato a termine dai ricercatori del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group. I primi dati sono stati comunicati dal direttivo del gruppo e non sono incoraggianti. Sembra, infatti, che dai test effettuati sia emersa una letalità più alta del 30%.

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