Il governo ha approvato il Recovery Plan, ma all’appello mancano i voti delle ministre di Italia Viva che continuano a sbattere sul tavolo i pugni per ottenere il Mes generando una querelle
Il ricovery plan è approvato: dopo oltre tre ore di discussione, il Consiglio dei ministri è riuscito a portarsi a casa l’enorme piano per la ripartenza del Paese. All’appello, però, mancano due mani: sono quelle delle ministre di Italia Viva Elena Bonetti e Teresa Bellanova. Queste ultime, hanno annunciato al resto del governo che si sarebbero astenute qualora il governo dovesse continuare a dire di no al Mes. Un punto, fra l’altro, che come precisato dallo stesso Conte non era fra gli ordini del giorno di ieri e non è uno degli strumenti di intervento finanziario ricompreso nel Next Generation Ue. Lo stesso Conte che ieri non le ha certo mandate a dire: alla motivazione da parte di Iv di ricorrere al Mes dato l’alto numero di morti, il premier ha invitato le ministre “a non speculare sui decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes“ facendo un “accostamento che offende la ragione e anche l’etica. Se fosse un problema di finanziamenti – chiede Conte retoricamente – come mai allora la Germania pur investendo il doppio sulla sanità di noi si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”. Nel frattempo per oggi è in programma la riunione in cui Italia Viva deciderà se far dimettere le proprie ministre o meno. Un ultimatum, questo, che va avanti da settimane, e suona un po’ come l’ultima offerta dei materassi marion che dura da anni.
Il più grande piano mai visto in Italia: 222,9 miliardi
Il documento, lungo 160 pagine, prevede un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi. Fra i vari ambiti di intervento:
- 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura
- 68,9 per la rivoluzione digitale
- 31,98 miliardi per le infrastrutture
- 28,49 miliardi per l’istruzione
- 27,62 miliardi per l’inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali)
- 19,72 miliardi per la salute