Da oggi l’Italia torna ad essere bicolore, fra zone gialle e arancioni, in attesa del nuovo Dpcm che verrà illustrato dal ministro della Salute Speranza il 13 gennaio
In attesa che arrivino notizie certe dal nuovo Dpcm, di cui il Premier Conte, il ministro Speranza assieme ai capi delegazione della maggioranza e il ministro Francesco Boccia hanno discusso ieri, l’Italia torna ad essere quasi tutta gialla con l’eccezione di alcune regioni che passano in zona arancione, ossia Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia: in quest’ultima il governatore Musumeci ha deciso di far passare alla zona di rischio di colore rosso il capoluogo di provincia, Messina, attualmente l’unica città in Italia. Le attività concesse e quelle vietate sono, in sostanza, sempre quelle articolate in base al rischio della regione, ma le cose potrebbero cambiare, e non di poco, con il nuovo Dpcm.
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Dal vertice di ieri fra Giuseppe Conte e la maggioranza emergono alcune anticipazioni di quelle che saranno le novità riguardanti non solo la zona gialla, ma anche la costituzione in una cosiddetta “zona bianca”, vediamo nel dettaglio:
A partire dal 16 gennaio è quasi certo, oramai, che verrà prolungato il divieto di spostamento fra regioni anche se queste ultime sono di colore giallo. Il blocco adottato durante le vacanze natalizie ha dato esiti positivi, ragion per cui la maggioranza sta optando per mantenerlo nella speranza di far abbassare il più possibile l’indice Rt.
Prevista una stretta anche per ristorazione e bar, che attualmente possono offrire il servizio di asporto fino alle 22. Con il nuovo Dpcm, onde evitare assembramenti fuori dai bar a partire dalle 18, il governo sta optando per il divieto da asporto dopo l’orario di chiusura al pubblico, lasciando fermo solo il servizio di consegna a domicilio. Invariato, invece, l’orario del coprifuoco (ore 22-5).
Accanto alle attuali tre zone di rischio (in ordine di pericolosità: zona rossa, arancione e gialla) il governo ipotizza la creazione di una quarta zona, la bianca, che scatterebbe per le regioni che abbiano un un Rt pari o inferiore a 0,5. Data la minore circolazione del virus, in queste zone sarebbero concesse le riaperture di tutte le attività: bar e ristoranti non avrebbero limiti di orario, e potrebbero riaprire palestre, piscine, impianti sciistici e i luoghi culturali, come musei, sale da concerto, teatri e cinema. Attualmente, sebbene nessuna delle regioni in Italia abbia parametri di diffusione così bassi, ci sono delle “candidate”, che sarebbero quelle con l’Rt più basso:
– Abruzzo, con 0,65
– Piemonte, con 0,71
– Le provincia autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con 0,76 e 0,71
– Toscana, con 0,79
– Sardegna, con 0,78
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