In Giappone è stata trovata una nuova variante del coronavirus, stando a quanto annunciato oggi dal Ministero della Salute del Paese. Il virus, scoperto in quattro persone – sia maschi che femmine, di età compresa in una fascia al di sotto dei 40 anni – sono arrivate dal Brasile.
Similitudini col ceppo britannico
Malgrado esistano somiglianze con i ceppi segnalati per la prima volta nel Regno Unito e in Sud Africa, questo particolare tipo di virus non sembra essere mai stato individuato prima. Sale così a 34 il numero di infezioni confermate dalla variante del ceppo Covid-19 in Giappone. Di questi, tre casi riguardano persone non arrivate dall’estero, inclusi due casi del ceppo del Regno Unito trovati domenica.
Il Ministero della Salute, del lavoro e del welfare giapponese ha segnalato prontamente la scoperta della nuova variante all’Organizzazione mondiale della Sanità. I passeggeri infetti sono arrivati all’aeroporto Haneda di Tokyo il 2 gennaio scorso. Dopo essere risultati positivi all’aeroporto, il National Institute of Infectious Diseases ha analizzato i loro campioni e ha confermato la variante Covid-19. Tre avevano mostrato sintomi come le difficoltà respiratorie, febbre e mal di gola.
Anche il NIID ha annunciato la conferma della nuova variante. Allo stato attuale, ha affermato l’istituto, è difficile giudicare la trasmissibilità del ceppo, il rischio di sviluppare sintomi gravi e l’efficacia dei vaccini.
Le varianti del virus nel Regno Unito e in Sudafrica
È stato determinato che le varianti scoperte nel Regno Unito e in Sud Africa si diffondono più facilmente rispetto ai ceppi rilevati in precedenza durante la pandemia. Il Giappone, nel frattempo, è nel mezzo della sua peggiore ondata di Coronavirus affrontata fino ad ora. Per quanto riguarda i due casi del ceppo britannico rilevato domenica, i due individui sulla ventina avevano cenato con un uomo di 30 anni risultato positivo dopo essere arrivato dal Regno Unito. L’uomo, inizialmente risultato negativo all’arrivo, avrebbe dovuto essere in quarantena a casa per due settimane.
Il Ministero ritiene che il virus si sia diffuso in questa occasione. Ma ha espresso ottimismo sul fatto che non ci saranno ulteriori infezioni, dal momento che i due individui che hanno contratto il virus da quest’uomo non hanno avuto contatti successivi con un gran numero di persone.