Il 7 gennaio tutte le regioni dovrebbero tornare in zona gialla e il 15 gennaio scadranno i termini del Dpcm. E’ proprio in questa data che molte delle attività maggiormente colpite dalle chiusure avrebbero dovuto riaprire. I proprietari di palestre, piscine, cinema, teatri e centri estetici vedevano nel 15 gennaio la luce in fondo a un lungo tunnel.
Purtroppo i numeri degli ultimi giorni, con il tasso di contagio Rpt risalito al 15% e i timori per la variante inglese del covid-19 stanno spingendo il governo ad agire con ulteriore cautela sulle riaperture e il rischio di uno slittamento pare concreto. Per evitare quest’eventualità e rispondere alle crescenti pressioni delle associazioni di categoria, il Comitato tecnico scientifico ha aperto un tavolo con il ministro dello Sport per ‘accelerare i tempi e consentire alle persone e soprattutto ai giovani di riprendere l’attività fisica al più presto ‘.
Per quanto riguarda le palestre è in discussione un’ulteriore contingentamento degli ingressi e il ripristino della regola che vieta l’ingresso negli spogliatoi. Inoltre nei prossimi giorni dovrebbe essere ultimato un protocollo per le riaperture che preveda esclusivamente lezioni singole. Lo stesso discorso varrà per le piscine dove si sta valutando la riapertura con una persona per corsia. Sebbene ogni decisione sia subordinata all’andamento della curva epidemiologica, il ministro Spadafora e il Cts stanno lavorando per ripristinare almeno le specialità che possono essere svolte singolarmente.
In relazione a cinema, teatri e sale concerto il problema è rappresentato più dalle file agli ingressi che dall’interno delle strutture. Più semplice la riapertura dei musei, condizionata comunque da ingressi scaglionati e su prenotazione, per evitare l’affollamento interno. Infine per le discoteche e le sale da ballo, che hanno nella loro natura l’assembramento, le riaperture sembrano ancora lontane.