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Curiosità

Declino mentale legato all’età? Un farmaco lo invertirebbe “in pochi giorni”: la straordinaria scoperta

Potrebbero bastare poche dosi di un farmaco sperimentale per invertire il declino legato all’età in termini di memoria e flessibilità mentale nei topi.

Il nuovo studio degli scienziati della UC San Francisco è culminato in un farmaco, denominato ISRIB, che potrebbe essere in grado di ripristinare la funzione della memoria anche mesi dopo una lesione cerebrale traumatica (TBI). Non solo, dato che il farmaco potrebbe riuscire ad invertire i disturbi cognitivi nella sindrome di Down, prevenire la perdita dell’udito correlata al rumore, combattere alcuni tipi di cancro alla prostata e persino migliorare la cognizione negli animali sani.

Nel nuovo studio, pubblicato il 1 dicembre 2020 sulla rivista ad accesso libero eLife, i ricercatori hanno mostrato un rapido ripristino delle capacità cognitive giovanili nei topi anziani, accompagnato da un ringiovanimento del cervello e delle cellule immunitarie che potrebbe aiutare a spiegare i miglioramenti nella funzione cerebrale.

Un “blocco fisiologico reversibile” causa le perdite cognitive

“Gli effetti estremamente rapidi di ISRIB mostrano per la prima volta che una componente significativa delle perdite cognitive legate all’età può essere causata da una sorta di ‘blocco fisiologico reversibile’ piuttosto che da una degradazione più permanente”, ha affermato Susanna Rosi, PhD, professoressa nei dipartimenti di Chirurgia Neurologica e di Scienze della Terapia Fisica e della Riabilitazione.

“I dati suggeriscono che il cervello anziano non ha perso in modo permanente le capacità cognitive essenziali, come comunemente si presume – spiega Peter Walter, PhD e docente presso il Dipartimento di Biochimica e Biofisica dell’UCSF e ricercatore dell’Howard Hughes Medical Institute – Piuttosto, sembra che queste risorse cognitive si trovino ancora lì ma siano state in qualche modo bloccate, intrappolate da un circolo vizioso di stress cellulare”.

“Il nostro lavoro con ISRIB – conclude – dimostra che si può ‘rompere’ quel ciclo e ripristinare le capacità cognitive”.

Roberto Naccarella

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