In un periodo in cui la parola Coronavirus è ormai diventata sempre più di uso comune nella nostra vita quotidiana, l’attenzione fin da subito e in particolare modo, da qualche mese a questa parte, si è concentrata sulle possibili opzioni di cura e quindi, sulla sperimentazione di un vaccino, in grado di arrestare o quantomeno fermare, l’incessante circolazione del virus, che non sembra volerci abbandonare.
Tra le aziende impegnate nella formulazione di un vaccino anti-covid, quello della nota casa farmaceutica Pfizer, sembrerebbe essere quello tra i più quotati. Alla base delle tematiche sulla somministrazione del vaccino, si sta sempre più discutendo, in merito alla decisione di rendere la vaccinazione obbligatoria o meno, cercando di capire come elaborare il giusto piano vaccinale nazionale, al fine di stabilire anche una priorità di categorie, alle quali il vaccino debba essere somministrato per primo.
Attenzione tuttavia, perché ci troviamo sempre di fronte ad un vaccino sperimentale, non si sanno infatti quali possano essere i possibili rischi e a cosa si potrebbe andare incontro, nel momento in cui il vaccino venga iniettato nel nostro organismo.
E’ proprio quello che è successo ad un’operatrice sanitaria americana, che dopo essersi sottoposta alla somministrazione del vaccino Pfizer, avrebbe ha riscontrato una forte reazione allergia, tale da farla finire in terapia intensiva. Un reazione, quella al vaccino, che si sarebbe manifestata solo dopo ben dieci minuti, dalla sua somministrazione.
L’infermiera avrebbe riportato una forte tachicardia, evidenti e pesanti rush cutanei, nonché una forte crisi respiratoria, tale da indurle una dose di epinefrina, al fine di placare i sintomi, che tuttavia hanno comunque costretto al ricovero in terapia intensiva. Condizioni che gli esperti hanno rivelato gravissime e quasi al limite di sopravvivenza.
La donna, adesso sta bene, come dichiarato dal direttore medico dell’ospedale Lindy Jones. La notizia è stata riportata dal noto quotidiano statunitense del New York Times, che ha gettato una prima doccia gelata sul vaccino anti-covid.
Tutto ciò non ha fatto altro che accrescere e alimentare, le numerose preoccupazioni spesso avanzate da parte di medici e del personale ospedaliero. Pare infatti che l’infermiera prima di sottoporsi alla somministrazione del vaccino, non soffrisse di nessun allergia pregressa.
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