Era il primo settembre, oltre cento giorni fa.
Diciotto pescatori – otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi – Venivano trattenuti in Libia.
Accusati di aver violato le acque territoriali, erano stati di fatto sequestrati dalle motovedette libiche.
Si trovavano a bordo di due pescherecci di Mazara del Vallo, ‘Antartide’ e ‘Medinea’.
E così sono stati trattenuti per 107 giorni a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar.
Quest’oggi, la buona notizia – con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio volati in Libia per assistere alla liberazione dei pescatori.
In giornata, il post su Facebook
Quindi stasera l’intervista durante il TG1 della sera.
Un’intervista per celebrare il rilascio dei pescatori (grande successo dell’intelligence e in qualche forma del Governo) e per ribadire il proprio impegno sul fronte degli altri casi caldi all’estero, da Zaki (studente egiziano di stanza a Bologna) al caso Chico Forti:
“Stiamo lavorando per riportare Chico Forti, in silenzio” – ha dichiarato Di Maio, in contatto con Washington.
Da parte di Di Maio, una battuta quindi sul Natale imminente e sulla situazione legata alla pandemia:
“Sarà un Natale in cui dovremo fare qualche sacrificio. Ma il 27 dicembre inizieranno le vaccinazioni. Questo è il momento in cui bisogna ripartire. Dobbiamo lavorare con priorità sulle imprese e sulle famiglie”.