La star del rugby Allan Isichei è stata accoltellata dopo una lite: l’ex campione aveva affrontato un uomo per aver sputato in strada.
Si è concluso nelle scorse ore il processo ai danni di Guurjet Lall, l’uomo di 36 anni che ha tolto la vita alla legenda dei Wasp (famosissima squadra di Rugby britannica) Allan Isichei lo scorso agosto 2019. I due si sono incontrati per caso, mentre la star del Rugby stava tornando a casa dal pub che era solito frequentare. Tutto è cominciato quando l’ex atleta ha visto Lall sputare per terra e gli ha detto di non farlo più.
L’uomo, intento a scatenare uno scontro, ha sputato una seconda volta per terra, facendo arrabbiare Isichei e iniziando una lite. Quando l’ex rugbista lo ha affrontato faccia a faccia, Lall ha uscito un coltello ed ha cominciato a colpirlo allo stomaco. La vittima ha avuto le forze per trascinarsi alla porta di una casa lì vicino. I presenti hanno chiamato l’ambulanza, ma quando i paramedici sono giunti non c’era più nulla da fare e ne hanno dichiarato il decesso.
Durante l’udienza odierna, sono stati ascoltati i pareri degli esperti ed è stata nuovamente ricostruita la dinamica dell’accaduto. L’imputato non era presente in aula poiché caduto in uno stato di ansia. L’uomo è stato giudicato colpevole dell’omicidio di Isichei, ma a causa del suo stato psicologico (le perizie confermano tutte la schizzofrenia) la pena è stata commutata in un periodo di cura mentale in un istituto psichiatrico. La cura non ha un termine, il che significa che Lall potrebbe non riprendere mai delle facoltà mentali che gli permetterebbero di vivere in comunità.
Nel corso dell’udienza è stato dato spazio ad una lettera della figlia della vittima, nella quale c’è scritto: “Mio padre non ha scelto di morire nell’agosto del 2019, lo ha deciso la persona che lo ha accoltellato. Lo stesso uomo che ha deciso di armarsi con un coltello e di usarlo in un attacco immotivato di cui ancora oggi non comprendiamo le ragioni. Quell’uomo è l’unico che ha deciso in quel giorno la morte di mio padre nel modo più crudele e feroce possibile”. In conclusione la donna aggiunge: “Siamo fieri di rappresentare nostro padre, marito, fratello e amico che tragicamente non può essere qui per farlo da solo”.
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