Il 14enne si lanciò sotto il treno davanti a tutti i compagni: adesso si indaga sulla pista di un “patto suicida” con gli amici e sulla responsabilità della scuola nei fatti: qualcuno sapeva delle tendenze suicide, soprattutto dopo il rapporto negativo ricevuto?
Continuano le indagini sulla tragica morte di Sam Connor, il 14enne che il 15 luglio 2019 si suicidò buttandosi sotto un treno in corsa davanti agli occhi di tutti i compagni di scuola. Il ‘coroner’ (nei paesi anglosassoni il magistrato cui spetta condurre inchieste su casi di morte sospetta) in questi giorni sta interrogando sia gli amici (vista l’ipotesi in ballo di un ‘patto suicida’), che la scuola, per comprendere il perché non sia intervenuta nonostante l’adolescente avesse già più volte parlato di suicidio soprattutto dopo un rapporto scolastico particolarmente negativo. Il 14enne si è lanciato sotto sui binari canticchiando la canzone dei Queen Brighton Rock, che nel frattempo i suoi amici stavano cantando a voce alta. Non tornano però alcuni dettagli sugli attimi prima della morte, che gli investigatori stanno tentando di ricostruire.
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Aveva detto ai compagni di aver pianificato il suicidio
Sono molte le questioni che non tornano: innanzitutto Sam aveva lasciato ad un suo amichetto alla stazione sia la sua cartella che un biglietto pre-suicidio contenente la password del suo cellulare e alcuni nomi: quelli degli insegnanti di inglese e matematica (le materie in cui Sam non andava bene) e di alcuni compagni. Dagli interrogatori dei testimoni è emerso che il 14enne aveva detto ai suoi amici: ” ‘Quando mi ucciderò scriverò un gruppo di persone per rendere le loro vite miserabili, darò la colpa a loro”. Pensavamo stesse scherzando, non pensavamo che l’avrebbe fatto davvero”. Inoltre, aveva mandato un messaggio alla ragazza che gli piaceva con scritto “Non dimenticarmi, vado via per un po’”. Il tragico gesto, dunque, potrebbe essere stato l’esito di una lunga premeditazione: secondo quanto riferito dai compagni di classe, Sam parlava spesso di suicidio, e il giorno della sua morte, dopo aver ricevuto un rapporto negativo dalla scuola, Sam aveva detto a un compagno di classe che stava considerando il suicidio. Lo studente ha dichiarato: “Durante la lezione, Sam era stravaccato come faceva di solito. Mi ha detto che voleva suicidarsi. Non riesco a ricordare le sue parole esatte ma ha detto “voglio” o “ho intenzione di farlo” e ha aggiunto “Stava andando molto più in dettaglio del solito, parlando della stazione e dell’ipotesi di saltare sotto a un treno, mi ha chiesto se pensavo che il treno sarebbe andato abbastanza veloce da ucciderlo. Sam ha detto cose simili in passato, ma ho sempre pensato che fossero commenti buttati lì”. La scuola del ragazzo pare che stia tentando in ogni modo di togliersi da qualsiasi tipo di responsabilità, affermando che nessuno dei docenti e dei responsabili scolastici fosse al corrente delle tendenze suicide dell’alunno, ma gli investigatori (e non solo) hanno dubbi a riguardo.
Un patto suicida con gli amici?
L’aspetto di maggior interesse per gli investigatori riguarda una dichiarazione fatta da alcuni testimoni, che hanno riportato il fatto che Sam, pochi attimi prima del suicidio, avesse avuto una strana conversazione con alcuni compagni che hanno iniziato a bisbigliare qualcosa guardandolo, come se fossero consapevoli che qualcosa di importante stesse per accadere. Ma il ragazzino coinvolto nella conversazione con Sam afferma di non ricordare cosa si siano detti. Gli agenti investigativi della Polizia dei Trasporti britannica, Mike Baker e Nicola Wood, hanno detto di aver sentito parlare di un patto suicida in cui si diceva fosse coinvolto Sam, di cui hanno chiesto maggiori chiarimenti al suo amico. Il ragazzo ha riferito che il patto era tra lui, Sam e un altro ragazzo, ma aveva pensato che fosse uno scherzo, dicendo: “Ne aveva parlato e l’aveva preso come uno scherzo, quindi per essere coinvolti nello scherzo abbiamo accettato di farlo. Sono abbastanza sicuro che avesse scherzato su patti del genere prima”.