Una ragazza di soli 16 anni è stata brutalmente uccisa dallo zio da cui era andata ad abitare da appena due settimane.
Si è tenuta nelle scorse ore l’udienza del tribunale di Winchester sul caso di omicidio della giovanissima Louise Smith dello scorso maggio. Si è trattato di un’udienza di enorme importanza per il prosieguo del processo, visto che il principale sospettato, imputato per omicidio volontario e tentata distruzione del cadavere, ha confessato di aver ucciso la nipote dopo una violenta lite.
Fino ad oggi, infatti, Shane Mays si era dichiarato estraneo ai fatti, ed aveva asserito di non essere coinvolto con la morte dell’adolescente. Oggi, probabilmente incapace di sostenere la sua versione dei fatti di fronte alle prove che venivano presentate contro di lui, l’uomo ha cambiato versione e si è proclamato colpevole. L’ammissione pone fine al processo, adesso si attende solo che il giudice emetta la condanna ai suoi danni.
Zio trucida e cerca di bruciare il cadavere della nipote 16enne
L’omicidio brutale di Louise si è verificato lo scorso 8 maggio, qualche ora dopo che i due sono stati avvistati mentre discutevano animatamente all’interno di un market. A quanto pare lo zio stava sgridando la nipote per via del suo fidanzato e per averla sorpresa a fumare della cannabis. La sedicenne sembrava stanca della reprimenda e minacciava di andare via di casa: l’adolescente era stata affidata alle cure degli zii da un paio di settimane.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori, una volta usciti dal market, l’uomo l’avrebbe spinta in una zona isolata e aggredita. Per difendersi Louise lo avrebbe colpito con un grosso bastone e lui l’avrebbe spinta facendola cadere e facendole battere la testa sul terreno. Il colpo subito l’aveva lasciata dolorante, ma viva. L’uomo allora ha deciso di finire il suo intento deprecabile continuandola a colpire. Una volta morta, ha cercato di disfarsi del cadavere bruciando i resti con un falò.
La lite non basta a giustificare una simile violenza, motivo per cui gli inquirenti ritengono che il movente sia di origine sessuale. Lo zio avrebbe abusato della nipote 16enne e temeva che questa potesse riferire di quei rapporti. Temeva inoltre che questi potessero aver portato ad una gestazione.