Sebbene sia stato firmato un armistizio, sembra che il conflitto tra armeni e azeri continui in strada: soldati azeri decapitano anziano.
La guerra per il controllo del Nagorno Karabakh affonda le proprie radici nella fine della dominazione sovietica sul territorio occupato da Armenia e Azerbaijan. Le tensioni tra le due popolazioni sono nate a cavallo tra gli anni ’80 -’90 e sono sfociante in una prima guerra dopo il referendum del 1991: gli armeni presenti nella zona, il 22,8% della popolazione, boicottarono il referendum con il quale si decise di costituire lo stato autonomo del Nagorno Karabatkh. Quando, nel 1992, l’URSS collassò definitivamente, tra Armenia e Azerbaijan è scoppiato un conflitto sanguinoso.
La guerra si concluse con una vittoria dell’esercito armeno e la conquista della città di Shula. Le due nazioni firmarono un armistizio con il quale venivano deposte le armi. La pace impose dure condizioni per l’Azerbaijan, visto che la neonata repubblica del Arthsak, oltre al Nagorno Karabakh, comprendeva anche diversi territori azeri: Agdam, Jabrayil, Fuzuli, Kalbajar, Qubadli, Lachin e Zangilan. Di fatto l’armistizio creò una guerra fredda tra i due Paesi, costantemente minacciate da azioni di guerriglia da entrambe le parti. Solo la mediazione internazionale, fino al 2020, aveva permesso alle due popolazioni di non vivere un altro conflitto.
Forte dell’appoggio politico di Turchia e Russia e degli armamenti forniti anche da Turchia e Israele, nel settembre di quest’anno l’esercito azero ha lanciato una nuova offensiva. La superiore potenza delle forze armate armene ha portato a continue vittorie nel territorio di Nagorno Karabakh, tanto che lo scorso 9 novembre, il premier Armeno Pachinian ha firmato un armistizio con il quale accetta tutte le richieste della nazione rivale per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Il risultato è che tutte le truppe armene si sono ritirate dalla zona, lasciando tutti gli armeni della zona senza protezione.
Sono migliaia quelli che hanno già abbandonato la zona in cerca di una zona sicura. Alcuni, compresi i più anziani, hanno deciso di rimanere nelle loro case. Sebbene il conflitto sia nominalmente terminato, tra azeri e armeni non è giunta la pace. Secondo quanto riferito da Panarmenian Network, infatti, da ore gira un video in cui dei soldati azeri si scagliano contro tre anziani armeni. Nel video in questione si vedono i gendarmi che obbligano gli uomini a prostrarsi e baciare la bandiera azera. Come se l’umiliazione non bastasse, i militari picchiano e sputano addosso ai civili indifesi. Questo è solo uno dei video emersi, visto che ce ne sono altri in cui si vedono civili sgozzati e decapitati nonostante preghino per le loro vite.
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