La foto pubblicata dallo stesso assessore ha destato fortissime critiche e polemiche nei suoi confronti, vediamo cosa è accaduto
Verrebbe quasi da sorridere e ironizzare sul suo auto sabotaggio se non fosse che c’è chi rispetta le regole per evitare ulteriori morti e che chi dovrebbe farle da rispettare è proprio lui: stiamo parlando di Giulio Gallera , assessore al Welfare della Regione Lombardia che si e attirato da solo uno tsunami di polemiche e critiche dopo la pubblicazione di una foto in cui si immortala mentre viola una serie di norme del Dpcm .
A dare il via alle polemiche è stata la foto che ha pubblicato l’assessore sui suoi profili su Facebook e Instagram, nella quale si vede lui con un gruppo di amici runner, tutti senza mascherina, con la didascalia “Oggi 20 km lungo il Naviglio Martesana . La maratona è maestra di vita. Stringere i denti e non mollare mai “ . Una ‘maratona’ normale se non fosse che la Lombardia si trova in zona arancione ed è dunque vietato fare attività sportiva sia nel gruppo che al di fuori del proprio comune di residenza (anzi, il Dpcm parla chiaro: attività sportiva deve essere fatta nel raggio della propria abitazione).
Tantissimi gli utenti che si sono indignati dinanzi alle palesi violazioni delle regole: fra l’hashtag #vergogna e le aspre critiche, c’è chi ha anche ironizzato commentando: “L’autodenuncia è sempre benvenuta. Grazie Giulio per aver fatto il primo passo “ . C’è anche chi afferma che prenderà Gallera come modello di comportamento “Abito a 100 metri dal cartello ‘Milano’. Quando il 25 dicembre andrò a prendere mio papà novantenne, che abita in centro città, per portarlo da me per il pranzo di Natale , dopo mesi e mesi di reclusione e attenzioni da parte di tutti noi, se verrò fermata da qualcuno citerò il suo esempio “ .
Nel frattempo Gallera, per rispondere alle enormi polemiche, ha voluto chiarire la sua posizione a Il Corriere della Sera : “Sono uscito a correre, come faccio quando posso, lungo un percorso urbano tra quelli frequentati da noi runner milanesi. Ero solo, gli amici li ho incrociati alla partenza e poi ognuno è partito in base al proprio passo e alla distanza che si era prefissato . Io mi sentivo bene, le gambe andavano, avevo la musica nelle orecchie e, se c’era, non ho fatto caso ad alcun cartello che segnalasse il confine comunale. Avrò probabilmente sconfinato di un paio di chilometri e mi dispiace, ma non c’era alcuna intenzione, è avvenuto semplicemente perché ero soprappensiero, immerso nella corsa lungo un percorso milanese riservato a runner e ciclisti “.
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